INTERVISTE

Parlo all’Infinito: Jacopo Ratini ci racconta tutti i dettagli del suo nuovo singolo [INTERVISTA]

Solo alcune persone riescono a toccarci nel profondo e a farci sentire speciali ed è con loro che vorremmo che i momenti trascorsi insieme si ripetessero ogni giorno… all’infinito

L’attenzione che la nostra webzine dedica alla buona musica non poteva che portarci a parlare di un talentuoso cantautore romano che da pochissimi giorni ha regalato al pubblico un bellissimo videoclip.
Lui è Jacopo Ratini ed il brano – attualmente in rotazione radiofonica e disponibile in digital download e sulle piattaforme streaming – si chiama “Parlo all’infinito” (videocilp ufficiale in basso).

Il brano è scritto dallo stesso Ratini e prodotto in collaborazione artistica con Nicco Verrienti (autore di canzoni per Emma Marrone, Antonello Venditti, Chiara Galiazzo, Francesco Renga, Alessandra Amoroso) per l’etichetta Atmosferica Dischi.
Il videoclip del brano – è già candidato al prestigioso Premio Roma Videoclip – è diretto da Federico Malafronte, mentre Matteo De Angelis firma la direzione della fotografia.
La location del videoclip è la stanza di un loft con un divano sul quale si avvicendano nove storie che ritraggono alcune delle possibili sfumature dell’amore. “Perché ogni forma d’amore è qualcosa di unico, speciale, irripetibile; ogni forma d’amore è un semplice capolavoro“.
Così per saperne di più abbiamo invitato proprio Jacopo a fare due chiacchiere con noi.

– Benvenuto Jacopo su Qube Music! Nell’ambiente musicale romano sei un artista conosciuto e stimato quindi siamo in molti a fare il tifo per te in questo nuovo progetto… Vuoi raccontare a quei pochissimi lettori che non ti conoscono da dove parte il tuo percorso musicale?

Certo il mio percorso musicale parte da quando ho scritto la mia prima canzone a sedici anni: chitarra e voce. Mi sono iscritto alla facoltà di Psicologia e nel contempo continuavo a scrivere canzoni e ad esibirmi in giro, quando capitava. Una volta laureato, a 25 anni, ho cominciato a lavorare come selezionatore e formatore del personale ma sentivo che il mio cuore e la mia testa erano altrove. Allora ho deciso di fare sul serio: mi sono autoprodotto un ep , ho iniziato a suonare nei locali che contavano ed ho cominciato ad inviare le mie canzoni ai principali concorsi nazionali di musica d’autore. Ho vinto Musicultura, il Premio Lunezia, il Tour Music Fest, Musica Controcorrente, Sanremo Lab. Èstata un’annata fantastica, irripetibile che si è conclusa con la partecipazione al Festival di Sanremo. Poi il contratto con la Universal, il primo disco ufficiale “Ho fatto i soldi facili“, le radio, i concerti in giro per lo stivale. Poi, per cause di forza maggiore, sono tornato ad essere indipendente, ho prodotto un secondo disco “Disturbi di Personalità” con la mia etichetta Atmosferica Dischi, è uscito un libro di poesie e racconti brevi “Se Rinasco Voglio Essere Yoko Ono“, un’audiofiaba “Il Pescatore di Sogni” e tanti altri progetti e collaborazioni artistiche. Il resto è storia recente.

– Anche questo 2015 è stato proficuo per te, prima di “Parlo all’infinito” infatti ci hai già deliziati ad inizio anno con “Il colore delle idee” (che invito tutti a sbirciare on line), questi lavori verranno assemblati più in là in un EP o in un Album? Sai dobbiamo tenerci pronti per le belle notizie…

L’idea iniziale era quella di fare un album intero (il terzo) ma poi insieme a Nicco Verrienti abbiamo pensato di lavorare singolo per singolo e video per video. Sicuramente tutte le canzoni su cui stiamo lavorando verranno racchiuse, prima o poi, in un disco. Ma al momento ancora non so dirti quando e come uscirà.

– Veniamo alla news di pochi giorni fa, il tuo brano è in rotazione radiofonica e sta ricevendo già i primi riscontri positivi dalla critica musicale. Raccontaci di cosa parla e quali sono le immagini a cui avete voluto dare rilievo nel videoclip…

La canzone vuole rendere omaggio all’importanza e all’unicità dei rapporti affettivi. Solo alcune persone riescono a toccarci nel profondo e a farci sentire speciali ed è con loro che vorremmo che i momenti trascorsi insieme si ripetessero ogni giorno… all’infinito.

Per Il videoclip, invece, sono partito dall’assunto che ogni forma d’amore è qualcosa di unico, speciale, irripetibile. Ho scelto come protagonista una stanza con un divano sul quale si avvicendano nove storie che ritraggono alcune delle possibili sfumature dell’amore.
L’amore per la musica nel corteggiamento di un cantautore nei confronti di una chitarra; l’amore non corrisposto di una ragazza che nell’attesa della chiamata del suo “lui”, inizia a scrivere i propri pensieri, colorando la stanza di post-it; l’amore di un ragazzo per il suo cane; l’amore maturo di una coppia che vive la quotidianità insieme ai propri figli; l’amore libero tra due donne; l’amore adolescente di una coppia di ragazzi alla scoperta dei primi turbolenti slanci d’amore; l’amore tra opposti, nel corteggiamento tra un ragazzo timido e una ragazza disinvolta durante una festa; l’amore stravagante di una coppia alternativa; l’amore per i propri spazi ed il silenzio, di un uomo (Giorgio Colangeli) che torna a casa e trova conforto in un walkman e un paio di cuffie colorate che gli permettono di isolarsi dal mondo e dai suoi stanchi pensieri.

– Ho visto, appunto, che non hai tralasciato l’importanza di nessuna forma d’amore. Interessante quella interpretata dall’attore Giorgio Colangeli, ma ancora di più quella interpretata da te stesso… La chitarra vestita da donna è meravigliosa, sai lo immagino così il vero amore di ogni musicista! Ma tu quando scrivi una canzone hai un volto nella mente o riesci anche a farti interprete di emozioni altrui?

Riesco facilmente a mettermi nei panni o nella testa di qualcun altro. Mi bastano poche informazioni, una chiacchierata, un gesto. Qualcuno la chiama empatia altri, semplicemente, sensibilità. D’altronde la laurea in Psicologia a qualcosa sarà anche servita, no? (ride ndr)

Dal momento che come abbiamo detto non sei nuovo a competizioni importanti come Musicultura e SanremoLab, che ti hanno permesso di calcare il palchi prestigiosi come quello dell’Ariston, ora quali progetti hai per il futuro?

Sanremo è stato una tappa (più o meno fortunata) del mio percorso. I miei progetti rimangono gli stessi di quando ho iniziato nel lontano 2008: far conoscere le mie canzoni a più persone possibili, cercando di rimanere coerente con le mie idee ed i miei valori, senza snaturarmi o dovermi piegare alle mode del momento.

Tra i vari impegni sei anche ideatore e fondatore di un progetto che si chiama Salotto Bukowski, di cosa si tratta?

Il Salotto Bukowski inizialmente è nato come uno spettacolo tematico che fonde Letteratura, Musica, Teatro, Cinema, attraverso l’arte del Reading (Lettura) di poesie, racconti e della Canzone, per omaggiare, riscoprire e rivisitare gli Artisti che, in piccolo o in grande, hanno influenzato e/o rivoluzionato l’Arte e la Cultura con il loro talento e il loro genio. Col tempo è diventato uno Spettacolo Teatrale, un Reading-Musicale, un intreccio tematico di Poesie e Canzoni, in cui gli scritti più rappresentativi di Charles Bukowski si fondono e si incontrano con i brani degli artisti che hanno reso grande la canzone d’autore italiana: Lucio Dalla, Rino Gaetano, Fabrizio De Andrè, Vinicio Capossela, Franco Califano, Luigi Tenco, Ivano Fossati, Stefano Rosso. In scena con me ci sono due artisti di spessore, nonché amici: Gianmarco Dottori e Luca Bellanova.

– Lasciaci pure tutti i riferimenti dei tuoi canali ufficiali per essere sempre informati sui tuoi live… È stato come sempre un piacere per me.

Anche per me Grazie…

Marta Croce