Gli Ordalia sono una band Metalcore della provincia brianzola, attualmente in uscita con Ep (A Circle of Pain) di ben 8 tracce. Un’operazione rara, che va a scardinare l’orientamento più tipico dell’attuale music business più prodigo di singoli, e musica “mordi e fuggi”. Proprio per questa ragione, abbiamo voluto incontrarli per farci raccontare questa esperienza in controtendenza, e per comprendere se vi è ancora spazio nel panorama musicale per produzioni di più ampio respiro, concepite come un’opera dal lungo svolgimento.
– Iniziamo alla grande: ragazzi, come vi è saltato in mente di fare un album intero di ben 8 tracce?
L’album abbiamo iniziato a scriverlo di pancia, con le cose che ci venivano in mente e poi abbiamo collegato tutto.
Diciamo che questo è un assaggio degli Ordalia, è più un EP che un album, voleva proprio essere un biglietto da visita per dire siamo arrivati e tenetevi forte per i prossimi pezzi che vi travolgeranno.
È un album molto istintivo e 8 è un numero decisamente capitato, semplicemente abbiamo deciso che era bello così come era stato concepito e abbiamo deciso di farlo uscire cosi, non manca nulla.
– Pensate vi sia ancora posto nell’attuale music business “mordi e fuggi”… per questo genere di prodotto?
Sicuramente come tutti i generi si può partire con qualcosa di grezzo per poi sfociare in qualcosa di diverso e “nuovo”.
Questo come dicevamo è solo un biglietto da visita, quindi diciamo che c’è il mordi e fuggi, perché in questo genere molti artisti pubblicano singoli e non album e con quelli vanno avanti anni, ma c’è anche spazio per album e produzioni più complesse. Anche se si è un po’ persa la cosa di aspettare l’album che esce, perché il pubblico deve rimanere aggiornata sul gruppo e la cosa migliore all’inizio è una storia breve e concisa su quello che si vuole fare arrivare all’ascoltatore.
– Concepire un’opera così lunga e dal carattere epico, non vi fa sentire un po’ dei TOLKIEN in un mondo di romanzi rosa?
Beh sicuramente ci fa piacere risultare fuori dal coro anche perché cerchiamo sempre l’originalità dei pezzi e della musica che scriviamo, dobbiamo essere gli Ordalia e in quanto tali diversi da tutti i gruppi che si possono ascoltare oggi.
– Bene, ora che ci avete raccontato a fondo di questa “follia”… parlateci di A Circle of Pain, nel dettaglio.
Abbiamo cercato di lavorare pensando a un concept ovvero il dolore in primis ma ricollocandolo sempre a qualche avvenimento, come una battaglia o uno scontro, non parlando tanto dello stesso ma dello stato emozionale del personaggio in questione. Con A Circle of pain volevamo trasportare l’ascoltatore nel dolore e nella pena che percepisce l’uomo praticamente da sempre, raccontando storie e miti risalenti a epoche passate e attuali.
Nell’album si può captare l’essenza dell’uomo pronto a combattere per la propria vita e dei suoi ultimi pensieri ed emozioni quando ormai è sempre più vicino alla morte.
Abbiamo cercato di scrivere una storia che ha un inizio, uno svolgimento e una fine che si ricollega e ritorna al principio, proprio come un loop che l’ascoltatore può ripetere, e dove ogni volta può scorgere delle sfaccettature diverse, esattamente come un cerchio.
– Domanda a bruciapelo: il tratto distintivo degli Ordalia in tre aggettivi?!
Se dovessimo pensare a 3 aggettivi da attribuirci sarebbero: esplosivi, unici e originali.
– … e perché il pubblico dovrebbe ascoltare la vostra musica?
Il pubblico con la nostra musica può trovare qualcosa di unico e diverso dal solito, esplosivo e calmo allo stesso tempo con molte varianti all’interno dei brani. Diciamo che siamo come onde che arrivano a riva si ritraggono e tornano più potenti di prima. A Circle Of Pain e solo la punta dell’iceberg, sotto continuiamo instancabilmente a lavorare a pezzi nuovi e se è piaciuto il nostro primo lavoro invito gli ascoltatori a non perderci di vista perché non li deluderemo.
– Ok, ci avete convinti… Allora per continuare a seguirvi cosa dobbiamo fare?
Per continuare a seguirci non mancate all’appuntamento sui Social e su Spotify, per il resto ci vediamo sicuramente sotto al palco al prossimo live, non mancate non rimarrete delusi.