Tornano sulla scena Ólafur Arnalds e Nils Frahm con il nuovo EP: Loon.
Dopo percorsi artistici separati, dal 2012 ad oggi, eccoli di nuovo insieme per sperimentare nuove sonorità.
Entrambi accomunati da una forte passione per la musica classica contemporanea unita all’elettronica propongono in Loon un repertorio legato a sonorità strettamente ambient, mixate senza interruzione di continuità tra un brano e l’altro, in un unico straordinario filo conduttore.
Un Ep magistralmente realizzato con tocchi di originalità… molto “delicato” e soft all’ascolto.
Si parte con Four, un primo brano dalla melodia minimale, ovattata con flash intermittenti, che dà il là a tutto l’album… fino a in Wide Open, dove il tocco minimal cede ritmiche più accese e dure… una vertigine sonora che avvolge l’ascoltatore. Quindi si arriva a W, un brano prettamente acid. E, infine, a M un pezzo riconducibile ad uno stile dub-ipnotico.
Un album nel complesso di elevato livello, in grado di creare grande suspance e di immergerci in una trance sonora dalla quale difficilmente vorremmo riemergere.
Per commentare il loro recente lavoro i due artisti hanno dichiarato:
Ólafur Arnalds: “Nils aveva alcuni nuovi synth, così abbiamo voluto provarli. Li abbiamo amati così tanto che, alla fine sono stati impiegati in ogni brano”.
Nils Frahm: “Loon è quasi un ricordo sfocato dei tempi in cui molto giovane venivo trascinato da mio fratello a feste Goa. In altre parole, è come mi piacerebbe suonare e rivisitare oggi quel tipo di musica che, in realtà, era di cattivo gusto”.
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