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La voce della musica: brani che celano gli stati d’animo più intrinsechi

È proprio vero che la musica riesce ad essere non solo fattore di relax, ma anche fonte liberatoria di espressione dei sentimenti o del vissuto di un artista. È il caso di alcuni pezzi -piuttosto noti al mondo musicale – realizzati da figure che hanno segnato il panorama musicale e artistico, entrando a far parte dei ricordi e dei pensieri di moltissimi ascoltatori.
Uno dei brani che sicuramente manifesta un forte stato d’animo è “Polly”. Composta da Kurt Cobain, leader dei Nirvana venuto a mancare in età giovanile, e contenuta nel concept album “Nevermind”, “Polly” racconta la storia di una ragazza quattordicenne violentata dopo un concerto; l’inconfondibile voce di Kurt Cobain la interpreta, sconvolgendo l’ascoltatore, secondo il punto di vista del criminale.

Altro brano ben noto alle orecchie britanniche e non solo è “Hey Jude”, masterpiece dei Beatles attraverso la quale McCartney confortava il giovane Julian Lennon, figlio del compagno di band John Lennon, per il divorzio avvenuto tra il padre stesso e Cynthia Powell.

Altro pezzo di forte caratura è “Tears in Heaven” di Eric Clapton, scritto per commemorare la morte del figlio Conor, attraverso note di una ballata sicuramente indimenticabile.

“Hurricane” di Bob Dylan trasporta invece da un piano tragico ad uno di protesta; scritto ed eseguito per l’ingiusto arresto del pugile Rubin Carter, il cui soprannome dà il titolo al pezzo, manifesta una ribellione non solo fisica ma anche interiore. Solo nel 1988 il pugile è stato assolto da tutte le accuse, precedentemente mosse per puri motivi razziali.

Francesco Tusa