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The Accelerators: “Oddville”

Seppur non dichiaratamente, il disco sembra erigersi ad un concept album all’insegna di un viaggio musicale e sensoriale

Album: Oddville
Band: The Accelerators
Label: Forward Music Italy
ANNO: 2007

The Accelerators, al secolo Luca Sapio (voce), Walter Babbini (chitarra), Matteo Sapio (tastiere), Pierpaolo Ranieri (basso elettrico) e Marco Rovinelli (batteria) rappresentano una di quelle poche gemme che gravitavano nell’Urbs nella luce dei primi anni zero. All’epoca, all’uscita del loro album “Oddville”, ormai quasi una decade fa, qualcuno scrisse che il fatto che il disco in qualche modo sfuggisse ad una regola di etichettatura precisa, fosse quasi un elemento di disturbo. A parere di chi scrive ora, forse anche alla luce di un decennio di grande innovazione musicale ma al contempo anche di notevole decadimento in nome di sperimentazioni sovente sterili ed edonistiche, l’ascolto di “Oddville” oggi è un toccasana, un “elemento di disturbo” che… Ce ne fossero, di così rinfrancanti. Questo sfuggire a gabbie di settore è assolutamente la cifra stilistica della band e del lavoro in questione.

Seppur non dichiaratamente, il disco sembra erigersi ad un concept album all’insegna di un viaggio musicale e sensoriale: la magistrale e inconfondibile voce possente di Luca Sapio trasporta l’ascoltatore da un personalissimo rock, che ha le tinte fosche delle note di un saloon abbandonato dopo una sparatoria, alla ballata romantica, al folk, il tutto con assoluta leggiadria e naturalezza. I testi in inglese di Sapio ben si sposano con delle sonorità fantasticamente in equilibrio tra una patina di vintage, di classico e una sperimentazione e contaminazione di generi che cinque musicisti squisitamente all’altezza si divertono ad eseguire: il bello di tutto ciò è che non si esce mai dal concetto di disco.

Ciò sta a significare che, come in un alveare l’apparente caos risponde in realtà alle direttive ben precise di un’ape regina, così in questo disco è proprio il continuo e coerente cambio di registro a rappresentare una dichiarazione d’intenti ben precisa. Sia nel pezzo più pop ed orecchiabile (Jamie) che nel brano di chiusura (Brand new day), ad esempio, le affinità sono tali e quali alle divergenze, per il motivo di cui sopra. “Oddville” potrebbe essere senza problemi il nuovo disco di un moderno Elvis, che si ingegna con abilità tra un sintetizzatore e una paillettes.

Francesca Amodio

TRACKLIST:

  1. Hazey Jane
  2. Brains for Tandoori
  3. Faq
  4. Jamie
  5. Let’s come together
  6. Amnesia moon
  7. Mysterious way
  8. Marigold
  9. Oddville
  10. Afterwords
  11. Brand new day