RECENSIONI

Liam Gallagher: “As you were”

As you were rappresenta il guanto di sfida lanciato da Liam Gallagher al fratello maggiore. Un  album interessante, caratterizzato da un rock coinvolgente ed a tratti psichedelico

As you were (ottobre 2017) rappresenta il guanto di sfida lanciato da Liam Gallagher al fratello maggiore. Un  album interessante, caratterizzato da un rock coinvolgente ed a tratti psichedelico. Riuscirà Noel a fare meglio dell’ultima progenie di mamma Peggy e papà Tommy?

Liam lancia la sfida.

A otto anni di distanza dall’addio di Noel agli Oasis e a tre dallo scioglimento definitivo dei neonati Beady Eye, il più piccolo dei Gallagher pubblica il suo primo album da solista. Anticipata dai singoli: For what it’s worth, Wall of glass, Greedy soul e Chinatown; la prima fatica del Gallagher debuttante è caratterizzata da un rock coinvolgente che rimanda ai più grandi successi della band di Manchester, sostituendo gli influssi BritPop tipici dei lavori di Noel con rimaneggiamenti in salsa Beatles

As you were è un album interessante, variegato, un discreto avvio per un artista che punta ad una carriera da solista che non faccia rimpiangere una band storica come gli Oasis, al pari di quanto fatto da Sting con i Police o Phil Collins con i Genesis.

Il rock psichedelico di Wall of glass rappresenta forse il lavoro meglio riuscito dell’album, a cui fanno eco Greedy soul e Chinatown (la cui ritmica ricorda vagamente Stop crying your heart out). Paper crown e When I’m in need rappresentano invece l’anima più romantica di un album comunque ricco di brani d’amore.

Il giro di chitarra di Paper Crown, in particolare, ricorda molto quello leggendario di Wonderwall, ergendosi a rappresentare uno stile soft a cui si contrappone l’hard rock di brani come I get by e Come back to me. Se siete soliti andare a correre la mattina, nel vostro mp3, invece, non potrà mancare You better run, un componimento ritmato nel quale la strofa antecedente il ritornello ricalca You can’t hide you can’t run dei Dilated Peoples.

Diverse sono le opere che rimandano al rapporto di Liam con il fratello più grande: da quel ”I’m gonna sing my soul, shake off the blues, ’cause it’s alright now” di Bold al ‘‘There is no time for looking back” di I’ve all I need, Noel sembra aleggiare come un fantasma sui brani di Liam, che a tratti pare riaprire ad una sorprendente riconciliazione.

L’esordio da solista dell’artista di Manchester è degno di nota, ma rivedere gli Oasis riuniti sarebbe, per il momento, tutta un’altra storia.

VOTO 6.5

Andrea Morabito