Artista: Drug Church
Album: Cheer
Etichetta: Pure Noise Records
Data di rilascio: novembre 2018
Per noi “ragazzi degli anni ’60”, che giravamo per strada con il walkman, recensire il disco di un gruppo punk rock (ma meglio sarebbe dire hardcore punk) è sempre fonte di ansia. Le aspettative sono alte, ed è facile che vengano disattese.
Inserito il CD nel lettore, il primo brano – Grubby – ci trascina in un punk sporco al punto giusto, con il testo urlato a pieni polmoni.
Dal secondo brano in poi – Strong reference – sembra di essere al cospetto dei “Rage Against the Machine” un po’ più “fighetti”, ed al tempo stesso degli “Urban Verbs” prodotti da Brian Eno, più cattivi e sporchi di fango.
Il risultato è gradevole e violento al punto giusto. Vien voglia di ascoltarli più volte, magari camminando sotto la pioggia in una giornata d’inverno. Giusta colonna sonora.
Chris e Patrick (batteria e basso) picchiano duro, tessendo un bel tappeto ritmico, ma si sente che tutti i componenti della band hanno mestiere e i componimenti sono studiati nei dettagli.
In Unlicensed Hall Monitor si aggiunge una spruzzata di Nine Inch Nails che aggrazia leggermente il tono, ma senza stravolgere le origini punk.
Peccato non siano previsti concerti in Italia, avrei ben volentieri partecipato, perché – secondo me – i ragazzi dal vivo spaccano.
Mi disturba solo un po’ la copertina del disco, una via di mezzo fra Gogol Bordello ed il Rank Xerox di Tanino Liberatore.
Comunque adesso vi lascio, perché devo andare a cercare il walkman, sicuramente sarà in qualche scatola.
Davide Visca
Tracklist:
- Grubby
- Strong References
- Avoidarama
- Dollar Story
- Unlicensed Guidance Counselor
- Weed Pin
- Unlicensed Hall Monitor
- Foam Pit
- Conflict Minded
- Tillary