Atmosfere britpop, ci sono. Sfumature elettroniche, anche. Testi originali e mai banali, presenti. L’esordio dei Canova, band milanese composta da Matteo Mobrici: voce, chitarra, piano; Federico Laidlaw : basso, Fabio Brando: chitarra elettrica, piano; Gabriele Prina: batteria, è perfetto o almeno notevole.
Ci sono tutte le tendenze attuali nel loro sound, che nonostante sia estremamente attuale non risulta mai banale e non personale. In estate già alcuni si stavano chiedendo: “Al mare, che ci andiamo a fare”, riprendendo il testo del primo singolo di Avete Ragione Tutti.
I pezzi sembrano uscire più da un greatest hits che da un singolo album, e le canzoni sono veramente funzionali al loro sound, ai testi e al contesto.
La parola che li rappresenta è contemporaneità e con questa bellissima parola si riesce a sfatare tanti, forse troppi luoghi comuni sulla musica italiana che non ha storie da raccontare: la nostra realtà musicale è invece pieni di racconti fantastici e loro sono una prova. I Canova chiedono in un loro pezzo “Dimmi la verità, l’hai mai provata la felicità?”, questa è forse una domanda troppo difficile a cui rispondere, ma rimanda ad un vecchio aforisma di Truffaut che sostanzialmente indicava libri, film e dischi come fonti di eterna felicità.
Forse i Canova sono partiti da questo, dalla loro felicità, dalla voglia di fare musica, che si evince anche nei video dei live presenti sul web.
La malinconia viene dipinta come un qualcosa di fresco e non di cupo. Il pezzo da segnalare è La Felicità, ma veramente consiglio l’ascolto di tutto il lavoro, perché i pezzi sono tutti potenziali singoli.
È un disco adatto al nostro tempo e non perché, come molti pensando sul contemporaneo, si adegua alla mediocrità, anzi i Canova riescono in una summa delle tendenze, creando un prodotto nuovo a metà tra il cantautorato elettronico e il rock britannico, che in tanti, forse troppi, veneriamo. Oggi la musica italiana ha qualcosa da dire, e i Canova ne sono interpreti adeguati, forti e coraggiosi.
Gianluigi Marsibilio