Syd Barrett, lo storico e geniale fondatore dei Pink Floyd scomparso nel 2006 all’età di sessant’anni, soffriva della sindrome di Asperger?
Secondo una recente ricerca italiana, pubblicata dal giornalista Mario Campanella su «Clinical Neuropsychiatry» e sostenuta dalla psichiatra Donatella Marazziti, direttore scientifico della Fondazione BRF Onlus, sì.
«Syd Barrett: was he suffering from schizophrenia or Asperger’s syndrome?» è il primo studio a prendere in considerazione l’ipotesi che il grande musicista inglese non soffrisse di schizofrenia (come ipotizzato per molti anni) bensì di questa particolare forma di autismo, con un disturbo della personalità tale da giustificare la sua assenza dalle scene musicali dal 1972 sino alla morte.
Scrive Campanella:
“La sinestesia la sua passione per i colori, il portamento ondulante tipico degli aspergeriani, l’isolamento, l’attrazione per la pittura fanno propendere per l’ipotesi dell’Asperger. L’Asperger può essere ad alto funzionamento sociale ma, nella fattispecie, fu complicato da un uso smoderato di droghe e dalla co-presenza di un disturbo di personalità di cluster A.
Del resto non vi è mai stata prova che Barrett fosse stato ricoverato in un ospedale psichiatrico, non ha mai ricevuto diagnosi di psicosi e i fenomeni allucinatori e deliranti citati nella sua biografia sarebbero ascrivibili al lungo periodo nel quale assunse stupefacenti”.