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St Germain all’Alcatraz di Milano

Ludovic Navarre alias St Germain ieri sera ha calcato il palco dell’Alcatraz di Milano per l’unica data italiana del tour con il quale sta promuovendo il disco omonimo

Ludovic Navarre alias St Germain ieri sera ha calcato il palco dell’Alcatraz di Milano per l’unica data italiana del tour con il quale sta promuovendo il disco omonimo.

A quindici anni dall’album Tourist (tre milioni di copie vendute) e a venti da quello intitolato Boulevard, il pioniere del “French touch” nonché uno dei massimi rappresentati della musica elettronica francese, ha dato vita ad un nuovo album, particolarmente influenzato dalla musica del Mali. I sei musicisti africani che lo accompagnano sono in effetti un aspetto basilare del forte impatto live dell’artista francese: dialogando musicalmente con Navarre, regalano un minuzioso spettacolo in grado di rapire totalmente lo spettatore con suoni particolarmente esotici.
Giunge agli occhi e alle orecchie tutta la particolarità di strumenti tipici africani tra cui ngoni e kora i quali traghettano verso una realtà musicale molto variegata e coinvolgente.
Oltre alla riproposizione dei brani dell’ultimo album non sono mancati i cavalli di battaglia selezionati dagli album più datati – Tourist in particolar modo -, i quali hanno regalato al pubblico momenti amarcord nel ricordo dei favolosi anni ’90.
Ciò che colpisce, al di là dell’ottima esibizione, è il coraggio della sperimentazione che St Germain dimostra. In nome di tale coraggio – e dell’amore per la musica – l’artista francese non si è rifugiato nel meandro sicuro di una banale svolta pop, cosa che è successa a molti artisti nati, come lui, ai tempi del movimento elettronico francese degli anni ’90. Al contrario ha saputo esplorare un mondo totalmente nuovo, ben incarnato dalla formazione che lo accompagna, che regala un risultato unico al panorama musicale attuale.
Foto: Martina Dalla Mora