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Priests: Nothing Feels Natural – La Recensione

I Priests colpiscono in pieno, prenotando un posto nella top 10 di fine anno, nonostante sia solamente febbraio

Uno dei dischi più attesi di questi tempi recenti è finalmente arrivato, l’opera prima dei Priests.

Nothing Feels Natural è un disco stratosferico che attinge dal punk a piene mani: la voce di Katie Alice Greer è graffiante, struggente, i ritmi sono forsennati al punto giusto e le chitarre grattano il muro del suono ottimamente.

I Priests colpiscono in pieno, prenotando un posto nella top 10 di fine anno, nonostante sia solamente febbraio.

In alcuni pezzi sembra di essere nei quartieri punk di qualche metropoli piena di pioggia, dispersa nel Regno Unito.

Tutto il sound però non è una copia o un triste revival, i bei tempi non sono andati, ma piuttosto ora è il momento per scoprire e creare un suono forte, personale e innovativo.

L’opera prima dei Priests è un viaggio nella ribellione, in un diorama di rivoluzioni interiori che parlano di punk, indipendenza e politica. L’etichetta con la quale pubblicano il disco è anch’essa una loro creazione, proprio a testimonianza dell’incredibile capacità di essere autosufficienti e rivoluzionari.

Katie Alice Greer, Daniele Daniele, Taylor Mulitz e GL Jaguar hanno creato una spasmodica attesa intorno al loro album, la loro capacità è stata quella di ripagare l’attesa con un ruggito degno di Nelson Algren, in uno dei suoi romanzi sullo squallore di Chicago.

I pezzi essenziali da ascoltare sono: “JJ” e “Nothing Feels Natural”, ma in ogni caso qualsiasi pezzo riesce a dare un’impronta unica al disco, che veramente è un compendio punk 3.0.

Le voci ricordano i ruggiti della prima Patty Smith, i ritmi sono quelli che hanno risuonato anche in brani di gruppi come i Blood Brothers, alla fine tutto quadra perfettamente, anche l’idea di ribellione che era stata perfettamente espressa in un Ep precedente con una frase che suonava più o meno così: “Barack Obama killed something in me and I’m gonna get him for it”.

I Priests sono un’altra perla dell’inizio 2017, loro però forse non amano essere gemme, ma diamanti grezzi, amano i sottoscala sporchi e pieni di polvere.

Gianluigi Marsibilio