NEWS RECENSIONI

Maria Antonietta: DELUDERTI

Maria Antonietta ha scoperto e messo in mostra la sua dote migliore e forse più rara, nella scena italiana: Deluderti è un disco di cui si parla, necessariamente, non per chissà quale assurdo motivo, ma semplicemente perché è un disco pieno di canzoni bellissime, che raccontano la storia più rara e vera, la sua.

Tornata dopo un lungo silenzio discografico, Maria Antonietta è stata capace di imporre al lavoro un’impronta, come aveva fatto già fatto in passato, estremamente personale e raffinata. Le sue compagne di viaggio in questi anni sono state, tra le altre: Emily Dickinson, Cristina Campo, Fernanda Romagnoli, Sylvia Plath, Wislawa Szymborska e Marina Cvetaeva.

Proprio di poesia e forma canzone, nel senso più alto del termine, è intriso Deluderti.
Il disco è un enorme ponte che si immerge in un mondo musicale e letterario estremamente variegato, un disco che ricorda una scena a metà tra un dipinto di Bosch e una foto di Cartier Bresson.
In Deluderti ci sono tutta l’incredibile serie di sfumature e ombre del lavoro di Maria Antonietta.

”Io sono l’oceano e tu neanche un pesce” è un grido di battaglia forte, coraggioso, ostinato che va oltre anche la sua dimensione, precedentemente molto punk e estrosa, che ora sembra essere ricomposta e materializzata in una sorta di stato di eterna grazia.

Se durante gli anni dell’esordio l’immaginario poetico e sonoro di Maria Antonietta era stato ricollegato ad artisti come Brunori o le Luci della Centrale Elettrica, oggi il solco è molto più marcato: quello che è venuto fuori da questi lunghi anni di attesa è un prodotto estremamente personale e funzionale a se stessa.

In un’epoca di profonda demistificazione il disco riesce a mettere in riga e a separare la  dimensione del sacro e del profano.

Grande merito di questo va anche a tutte le atmosfere create dai suoni luminosi e paradossali, sfoggiati con la produzione di Colliva e Giovanni Imparato.

A questo punto della sua carriera Maria Antonietta sembra David Hockney che racconta il suo viaggio nel traforo stradale del San Gottardo spiegando che cosa significa per lui una prospettiva inversa. L’artista britannico ha infatti spiegato che una volta arrivati alla fine del tunnel tutto appare improvvisamente invertito, con il mondo che si apre in ogni direzione.
Deluderti è un dipinto pieno di angoli e spigoli dove la luce è capace di trovare percorsi e scorciatoie impercettibili eppure essenziali.