Delle etichette e delle “solite” frasi da catalogo non sa che farsene. Manuel Rinaldi vomita la sua rabbia e lo fa senza programmarne le conseguenze. Dietro una canzone c’è il pretesto di essere e di dire, libero e incondizionato, sinceramente scomodo e inevitabilmente arrogante. Ma tutto questo, più che del pop, più che del rock, più che delle vetrine da main stream di radio pettinate, se ne sente una mancanza che non ha pari. Quantomeno, pur rispecchiando clichet conosciuti, esiste ancora qualcuno che dice: “Faccio quello che mi pare“. Così è il suo nuovo disco, e noi non potevamo farcelo scappare. L’intervista per gli amici di Qube Generation:
Partiamo dal tuo singolo e in particolare dal suo titolo: “Lo stato dei Soldi“. Bel gioco di parole. Siamo in uno stato fatto di Soldi…
…e lo saremo sempre di più se non si cerca di ritrovare i veri valori che permettono l’integrazione tra le persone. Oggi purtroppo pare che l’unico pensiero sia proprio quello del denaro.
Edonismo, consumismo, manipolazione culturale. Aveva ragione Pierpaolo Pasolini allora, non trovi?
Credo che il suo pensiero fosse lungimirante. Nel ’73 affrontò in un saggio il tema dello sviluppo e del progresso; diceva cose che non si discostano tanto da quello che sta accadendo oggi, se si considera il fatto che una grandissima parte di essere umani è costretta alla fame a causa dell’egoismo e dell’incontrollato sviluppo. Ha affrontato temi come la democrazia e si indignò verso una classe politica ritenuta responsabile di una serie di manipolazioni che vanno dal denaro pubblico, intrallazzo con banchieri, petrolieri, mafia, stragi e chi più ne ha più ne metta… e oggi cosa sta accadendo? Le cose sono sotto gli occhi di tutti, basta aprirli.
Di recente, in un video amatoriale, ho assistito ad un tuo sfogo a cui mi sento di appartenere. Personalmente pensi che la crisi sia un cancro imputabile alle persone o al chi le educa? In altre parole: punti il dito verso il sistema o verso chi lo vive?
Io ritengo che siamo tutti responsabili, chi più e chi meno. È responsabile chi educa le persone fornendo una cattiva informazione, omettendo la verità solo per i propri fini, solo perché, casomai possiede potenti mezzi di comunicazione, si permette di spostare l’ago della bilancia a suo piacimento, questo persone sono fortemente responsabili. Allo stesso modo, anche le persone dovrebbero diventare più consapevoli, ragionare di più con la propria testa. Nell’ era dell’informazione a portata di click, non puoi lasciarti infinocchiare ancora da uno strumento come la televisione o un giornale palesemente di parte. Abbiamo la fortuna di poterci andare a cercare la nostra verità ma, spesso, siamo pigri e non lo facciamo perché abbiamo paura di uscire dalla nostra zona comfort.
Dice la nostra costituzione: “la sovranità è del popolo”. Eppure?
Eppure il popolo oggi non conta nulla. Se realmente la sovranità fosse del popolo, non saremmo qui a farci governare da qualcuno non eletto da nessuno. Allo stesso tempo, non stiamo facendo nulla per cambiare le cose. Le possibilità ci sarebbero, ci è stata data anche poco tempo fa chiamati ad esprimere le nostre preferenze tramite il voto, ma non abbiamo sfruttato il nostro diritto. Credo che sotto sotto, l’italiano medio sta ancora troppo bene, finché riesce ad andare in vacanza al mare una volta all’anno va bene così. Credo però che stiamo arrivando alla frutta e prima o poi il popolo si farà sentire, è solo questione di tempo. Almeno lo spero.
Tornando alla musica: un nuovo disco decisamente rock. Manuel Rinaldi quindi che cantautore è?
Un cantautore che racconta in musica e parole i momenti che sta vivendo. Questo disco è uscito rock perché quello che stavo vivendo era rabbia, paura, insoddisfazione, irrequietezza. Volevo queste sonorità per esprimere dei concetti che mi stavano invadendo totalmente e li ho voluti esternare senza filtrarli con inutili piani a tavolino. Mi piace così, essere vero e autentico, ieri ero così, oggi sono diverso, domani non lo so. Di una cosa però sono certo, cercherò di essere sempre me stesso.
P.T.