Le pagelle del Festival di Sanremo, dopo la terza serata:
Mahmood – Soldi voto: 8 ½
La migliore performance della serata. Mahmood è bravo e la canzone dal sapore etnico funziona. Strepitoso il clap clap!
Motta – Dov’è l’Italia voto: 8
Un flashback dell’Italia con stile british, mentre l’emozione sale e scioglie l’algido Clint Eastwood dell’indie italiano. Motta ha sorriso e già questa è una notizia…
Zen Circus – L’amore è una dittatura voto: 8
La loro è una cavalcata trionfale e a perdifiato. Una filastrocca-rock che rappresenta il maggior punto di rottura con la classicità del Festival. Hanno già vinto!
Enrico Nigiotti – Nonno Hollywood voto: 7
Il brano cresce man mano, ascolto dopo ascolto. È preciso per “Sanremo”. Il pubblico apprezza.
Boomdabash – Per un milione voto: 7
Arrivano e danno la scossa al Festival con un ritornello fresco che ha il sapore dell’estate. La canzone conquisterà le radio.
Nino D’Angelo & Livio Cori – Un’altra luce voto: 6 ½
La fusione tra trap e neomelodica funziona, e dopo l’emozione della prima serata il dialogo tra i due diventa più intimo e convincente.
Patty Pravo & Briga – Un po’ come la vita voto: 6
Un bel duetto ma sottotono. Non convincono fino in fondo, e l’emozione non arriva.
Ultimo – I tuoi particolari voto: 6
Può ambire a qualche premio, ma non è la sua canzone migliore.
Anna Tatangelo – Le nostre anime di notte voto: 6
Brava ed elegante nel più classico stile del Festival.
Francesco Renga – Aspetto che torni voto: 5 ½
L’esperienza di Renga non basta per far decollare questo pezzo. Aspettando che torni l’interprete magnifico di sempre…
Simone Cristicchi – Abbi cura di me voto: 4
Standing-ovation per lui, ma a noi non convince. Cristicchi non solo non ci emoziona, ma ci annoia preferendogli una pausa con la playstation. La lacrimuccia non ha attecchito.
Irama – La ragazza con il cuore di latta voto: 3
Il tutto è strutturato su un’impalcatura troppo fragile. Brano scontato e con poca forza.