INTERVISTE Le Interviste Impossibili

LE INTERVISTE IMPOSSIBILI: Pino Daniele, Napul’è…

LE INTERVISTE IMPOSSIBILI sono la possibilità di far rivivere “in parole” personaggi storici della musica, ponendo loro domande ed ascoltando le loro risposte. Un gioco, sì… ma anche un esercizio antropologico e sociologico che ha richiesto numerose ore di studio, tra filmati di repertorio e testi originali, per cercare di compenetrare la profondità degli artisti, comprendere come loro avrebbero effettivamente risposto alle domande di Qube Music. Con i loro tic, il loro linguaggio ed il loro modo di fare.

Nella terza uscita. PINO DANIELE, Napul’è…

QM: Pino, ciao! Sono passati già 3 anni.
Eppure la sensazione che abbiamo oggi che abbiamo nuovamente la fortuna di poter colloquiare nuovamente assieme a te, è sempre la stessa: quella di parlare con un amico. Uno di famiglia, insomma. Uno che con la sua musica ed il suo blues metropolitano è riuscito ad arrivare dritto dritto al cuore della gente. In primis, della gente della sua Napoli ma, fondamentalmente, al cuore dell’Italia tutta che ancora rimpiange il talento e la sensibilità di un artista senza eguali.

PD: E jamme, ragà! Io nun so’ tipo pe’ ‘sti cose… ‘o sapite! Però grazie! Apprezzo, apprezzo molto! (sorride).

QM: Allora, Pino… dicci un po’… vogliamo iniziare questa chiacchierata parlando un po’ del tuo blues? Di quel blues che, negli anni ’70 a Napoli, si diffuse rapidamente traendo inspirazione da quel disagio sociale così ben rappresentato nei tuoi testi?

PD: Ueeeee, e che dumanna, marò! E vabbuò, parlamm seri seri ora. Allora, vediamo un poco… che cos’è il blues… ecco, sì: il blues fondamentalmente va visto come ribellione. Appunto, sì! La ribellione di chi odia (odiava?!?) la gente di colore. E fondamentalmente, se ci riflettiamo un secondo, c’è – e c’è sempre stata, soprattutto – una sorta di interrelazione fra noi meridionali e la gente di colore… è ‘o vero o no?!? Secondo me sì perché, anche verso noi meridionali c’è sempre stata ostilità e la scomoda etichetta di scansafatiche, nullafacenti non ci ha mai abbandonato!

Ed io coi miei testi ho sempre tentato di abbattere proprio ‘sto tipo di barriere qui: le barriere nei confronti ‘e ‘sti napulitani! Questi “terroni” incivili che campano alle spalle del nord industrializzato e produttivo.

E beh, io dico sempre che bisogna scavare a fondo… e cercare quantomeno di capire la natura di determinati comportamenti, di determinate forme di “inciviltà”, appunto!

QM: A proposito di inciviltà, siamo stati a Napoli di recente e, rispetto al passato, siamo stati piacevolmente accolti da una città decisamente differente. Una città che, seppur mantenendo una sua precisa identità, pare di fatto protesa in avanti. Ci racconti la “tua” Napoli, Pino?

PD: La Napoli che ho a mente io è una città piena di stress. Una città che, almeno personalmente, ho sempre amato così come odiato. Una città che, sebbene amata e lodata da tutti, in realtà è stata sempre considerata la pecora nera del gregge. “Napul’è ‘na carta sporca”, ricordate?

QM: E come potremmo dimenticare! A proposito di questo, ci sentiamo di farti una domanda d’obbligo: che sentimento animò la scrittura di questo testo qui? Amarezza, insofferenza, consapevolezza, rabbia… cosa?!?

PD: Beh, un po’ tutto quanto, sapete?!? Ma rabbia certamente! E comme no! Per conto mio, ho sempre cercato di rappresentare la realtà co’ ì canzoni mie! E non per tutti è bene dire e sentirsi dire la verità… nun ce sta niente a fa!!!

Napul’è e ‘na carta sporca perché sporca lo è da sempre. E non intendo “sporca” esclusivamente in quanto pulita e profumata… sienza cioè cartacce ‘n coppa ‘a via o chessò! Ma “sporca” nel senso che c’è sempre quel suo lato nascosto – che poi nascosto nun è! – che ha fatto sempre paura a tutti e che è sempre stato il tallone d’achille di un popolo che, torno a dirlo, da sempre convive co ‘st’etichetta qui! E nun è affatto facile, ‘o sapite?!?

QM: immaginiamo di sì, Pino. Così come ti immaginiamo, agli inizi della tua carriera, alle prese con la voglia di sperimentare, unita alla ferma volontà di non snaturare quell’anima partenopea in te così fortemente radicata. Analisi corretta, la nostra?

PD: Marò, ragà! Siete preparatissimi, ahahah! Battute a parte sì, analisi corretta. Certamente! La mia musica nasce dalla fusione di culture diverse. C’è il blues, chiaramente. Così come il rock, il jazz ecc… ma, in questa mescolanza di stili, di certo c’è l’impronta partenopea e quindi la melodia, i mandolini e cose varie. Ma rivoltati… stravolti, anzi! E comunque riproposti in chiave “moderna”, ecco! E la stessa melodia… ma presentata sotto una veste decisamente ritmica perché questo è parte integrante e soprattutto caratterizzate del nostro modo di essere. Di vivere la strada e per strada, soprattutto. E qui torniamo al discorso dello stress accennato sopra. È nella confusione tipicamente napoletana che nascono le mie canzoni! Ed è proprio nella vita di tutti i giorni che io ho sempre trovato la magia, ecco!

QM: ed a proposito di “magia” volevamo chiederti, così a bruciapelo: c’è ancora magia nel fare musica?

PD: E beh, secondo me sì. Certamente! Poi è chiaro che la musica si evolve di continuo e quindi oggi si sperimentano nuovi linguaggi e nuovi modi di essere. Si parla tanto di… aspetta, cum’è che se rice? Ecco, sì… di cultura “indie”! che io, confesso, la prima volta che la sentii nominare credevo fosse un genere ispirato alle musiche degli indiani d’America che, per carità, so’ belle assai ma mi chiedevo… e che c’azzeccano gli indiani con la musica ed il cantautorato italiano?!? (ride).

E invece oggi per cultura indie so’ che si intende un qualcosa che ha a che fare con le etichette cosiddette indipendenti e quindi ben vengano pure loro! Sempre ‘e musica se parla, no?!?

QM: certamente Pino, sì! Ultimissima e poi ti congediamo: il prossimo 7 giugno, allo stadio San Paolo di Napoli, è in programma una manifestazione in tuo onore dal titolo evocativo: “Pino è”. Sul palco, saliranno grandi nomi della musica italiana che, tutti assieme, ti tributeranno un corale e sentito omaggio. Che effetto di fa tutto questo affetto e cosa puoi dirci, a riguardo?

PD: E cavolo so’ tutti amici! Sarà ‘na bella festa!!! Certo, se posso… nella lista di nomi importanti ne manca uno, però!

QM: e quale, se possiamo?!?

PD: Guagliò… manca a Maradona, ahahah!!!

Bruno Pecchioli