INTERVISTE Le Interviste Impossibili

LE INTERVISTE IMPOSSIBILI: Piero Ciampi, tra anarchia e politica

LE INTERVISTE IMPOSSIBILI sono la possibilità di far rivivere “in parole” personaggi storici della musica, ponendo loro domande ed ascoltando le loro risposte. Un gioco, sì… ma anche un esercizio antropologico e sociologico che ha richiesto numerose ore di studio, tra filmati di repertorio e testi originali, per cercare di compenetrare la profondità degli artisti, comprendere come loro avrebbero effettivamente risposto alle domande di Qube Music. Con i loro tic, il loro linguaggio ed il loro modo di fare.

Nella seconda uscita. PIERO CIAMPI tra anarchia e politica.

Piero Ciampi, livornese purosangue.
Figlio “perbene” di un commerciante di perle nonché ingegnere. E non certo per vocazione personale ma, semmai, per volontà e imposizione familiare.
Poeta, invece. Ma malinconico e infelice. A tratti stonato e fondamentalmente irriverente.

– QM: Maestro Ciampi, ci è venuta voglia di fare una bella e sana chiacchierata con lei. Ci autorizza?

PC: Maestro, io? Ma siamo diventati matti? Pedalare, branco di ipocriti, analfabeti. Io sono un poeta!

– QM: Certo, ha ragione e ci scusi se la importuniamo.
Le chiediamo solo un po’ del suo tempo per un breve excursus nella nostra rubrica “Le Interviste Impossibili”, perché desideriamo riscoprire, insieme al nostro pubblico, Piero “Litaliano”.

PC: Vedete… Il tempo è prezioso, e l’unica arma per comprendere l’altro è il silenzio. Di conseguenza, l’addio!

Volete sapere chi sono io? Io sono come un testimone che fa a pugni con il proprio passato, perché è da più di mille anni che attendo “l’Incontro”!

Sono un re in attesa della propria regina. Sono IL POETA che ha racchiuso tutta la propria esistenza in poche sostanziali parole. Poi è arrivato Dio!

Quindi, ora, preferisco riposare e pensare. Perché di trottare non ho più voglia e con il pensiero posso superare l’indifferenza di Dio.

– QM: Bene, e a cosa sta pensando in questo momento? Sta pensando, forse, alla poesia?

PC: La poesia, è qualcosa! Mentre poeta non è solo colui che piange l’addio?!? Poeta è colui che questo addio lo riesce a sdrammatizzare!

Così ho fatto io, e al pianto ho risposto con un proverbiale menefreghismo. Perdendomi tra milioni di sguardi. Fumando… e bevendo vino.

– QM: Però ci scusi… ma un poeta che odia l’amore non è una contraddizione in termini?

PC: L’amore è un nemico! Ma non sempre è un nemico.

Consideriamo…

L’amore, a volte, è un’infinita attesa necessaria per combattere questa solitudine che ci attanaglia. È necessaria per la sopravvivenza!

Perché è l’attesa che predispone all’Incontro!

– QM: Ma secondo lei in cosa consiste “la solitudine”?

PC: Per comprendere cosa sia veramente la solitudine, bisogna essere stati in due. In caso contrario, la solitudine può essere solamente raccontata da qualcuno che l’abbia già sperimentata.

– Concetto interessante che ci porta ad interrogarla circa il suo rapporto con l’altro sesso. Cos’è per Piero Ciampi “la donna”?

PC: La donna è in assoluto la “razza” più che pericolosa che esista in natura!

– QM: E, come tale, perciò la disprezza…?!

PC: Per questa presunta avversione verso il genere femminile, sono stato spesso etichettato come anti-femminista. Ma, la realtà, mi vede fermamente convinto di come invece, la donna, sia in assoluto la consuetudine più stupefacente. Ma solamente dopo Dio e il vino… sia chiaro!

– QM: Il vino, già! Protagonista di molte sue canzoni e suo “amico” da sempre, giusto?

PC: Certamente! Il vino, a differenza di una donna (o di un amico), non tradisce! È il puro testimone di un’esistenza.

– QM: In ogni sua risposta lei appare perennemente in lotta con tutto e tutti. Come mai questa ostilità? È parte del suo essere poeta?

PC: Io sono IL POETA, sempre! Ed anche quando (e se) sbaglio, lo faccio sempre e solo da poeta. Posso fare e dire quello che mi pare. E se proprio ci tiene a saperlo, ho almeno tre validi motivi per essere arrabbiato.

– QM: Ah sì… e quali sono?

PC: Sono livornese, comunista ed anarchico!

– QM: Validissime ragioni, certamente! Ed a proposito di comunismo e di anarchia, vorremmo parlare un attimo di politica, perché qualche giorno fa gli italiani sono stati chiamati al voto… Lei cosa ne pensa?

PC: Pedalare! Vaffanculo il voto! Come dissi in una mia canzone “il meridione rugge, ed il nord non ha salite”… L’economia degli uomini sta terminando, arriverà il giudizio o si verrà assolti.

– QM: In conclusione, non ci venga a dire che l’essere per l’appunto livornese, comunista ed anarchico non la caratterizzi e la differenzi dagli altri? Cos’è che ha, in definitiva, Piero Ciampi in più degli altri?

PC: Ho la poesia ed una camicia bianca, pulita. Ed è questo il mio equilibrio. La poesia è la sola politica che io conosca e che tolleri. Ed è così da sempre…

– QM: E non le fanno rabbia il caos e l’incertezza (e imperizia) governativa che imperversano nel nostro paese già da parecchio tempo?

PC: Mi fa rabbia la morte. La morte, sì. Perché non l’ho potuta fregare! Tutto il resto invece l’ho sempre saputo ingannare.

– QM: Il resto, cosa? La musica? Il pubblico?…

PC: Tutto tranne Dio! Sì, perché sono stato capace di guadagnare relativamente poco o tanto in una serata, mandando qualcun altro a cantare al posto mio. E lo sapete come mai, questo?

– QM: No, ci illumini!

PC: Perché tanto, chi lo conosceva, all’epoca, l’Ingegner Piero Ciampi?

Bruno Pecchioli