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Ira Green, delusa dal dopo talent punta sul crowdfunding! Ecco l’intervista fiume!

La primavera sarà latrice di grandi novità

Giorni fa la Locanda Blues di Roma ha ospitato il concerto una giovane e talentuosa promessa del rock italiano: Ira Green. Prima dello show ho avuto il piacere d’intervistarla. Ecco di cosa abbiamo parlato.

– Ciao Ira è bentornata sulle pagine di Qube Music. Per iniziare vorrei farti una domanda sul tuo nome d’arte: la prima immagine che questo mi richiama alla mente è quella di un personaggio della DC Comics, quindi mi piacerebbe sapere com’è nato.

Lo sai che ci ho pensato anch’io? In realtà il mio nome d’arte nasce da un connubio di cose. Innanzitutto alle superiori venivo chiamata “Ira” a causa del mio carattere un po’ aggressivo, mentre “Green” richiama un ruolo teatrale che ho interpretato: per un periodo della mia vita infatti ho fatto teatro e mi assegnarono questo personaggio etereo, né uomo né donna, che rappresentava in un certo senso un equilibrio e, non considerandomi personalmente una persona bilanciata, “Green” è stata un’ottima scelta per tenermi a bada diciamo così.

– Ora tutto mi è più chiaro. Ma cambiamo totalmente argomento: quali sono le tue influenze musicali?

Come si è potuto notare sono molteplici, si va dal rock anni ’60 e ’70 al grunge. Paradossalmente posso dire di aver fatto un tipo di percorso inverso rispetto alla maggior parte delle persone: di solito ci si accosta prima al grunge e si finisce con l’ascoltare – che so – i Pink Floyd, io invece sono partita da questi per giungere poi ai Nirvana, agli Alice In Chains, i Silverchair ed i Mudhoney; a mio parere il loro è il tipo di musicalità che mi rappresenta molto di più rispetto a qualunque altro genere.

– Questa tua influenza grunge si evidenzia tanto nell’uso che fai della tua voce effettivamente. Entro ora nel vivo dell’intervista chiedendoti notizie del debut album: è pronto? E nel caso, c’è già una data d’uscita?

No, per il disco ci vorrà ancora un bel po’ di tempo, per ora abbiamo intrapreso la via del crowdfunding. Dopo tante promesse che mi sono state fatte, mi sono ritrovata da sola ma con tanta gente che mi dimostra affetto e stima.  La musica è un’arte al di sopra di ogni sciocca materialità, ma per produrla purtroppo c’è bisogno di sostanza. Con la mia totale disponibilità nei vostri confronti, vi chiedo un ulteriore supporto per un disco che non vi deluderà, ve lo garantisco. Anzi se le cose andranno come devono, suppongo che sarà pronto in aprile, quindi dovrebbe essere rilasciato a primavera. Mettere assieme 11 tracce, rivedere dei pezzi scritti tanto tempo fa, oppure crearne di nuovi per dimostrare che esiste si un passato ma anche un presente, una crescita, richiede molto tempo ed impegno. Siamo comunque già in pre-produzione e sulla buona strada per il singolo che anticiperà l’album.

– Con chi stai lavorando?

Sto lavorando con la Control Room e l’Etiket che mi permette di fare la pre-produzione ed in cui lavora Biagio Felaco, mentre Francesco Guernaccia e Giorgio Durantino si occupano della produzione vera e propria del disco. I musicisti ovviamente sono molti, ma io onestamente cerco di dare più spazio alle persone che mi sono sempre state accanto, cerco di circondarmi di amici: lavoro con lo stesso batterista da anni, il bassista è il mio ragazzo e le altre sono persone che frequento tutti i giorni come in una sorta di famiglia allargata.

– Avete costruito un buon feeling crescendo insieme…

Assolutamente si, nonostante la provenienza da scuole musicali diverse riusciamo ad amalgamarci perfettamente!

– Come sta influendo l’esperienza a “The Voice of Italy” nella preparazione del disco?

Indubbiamente mi ha fornito una maggiore sicurezza: ora non esito più molto a dire quello che di un pezzo mi piace e quello che invece non è di mio gradimento. Quando hai meno esperienza le idee sembrano tutte buone, non riesci a vedere i difetti e, di conseguenza, non riesci a scegliere. Il programma inoltre mi ha aiutato tantissimo anche sul fronte della capacità espressiva sul palco. Credo che la cosa più importante nel presentare un brano inedito dal vivo sia di riuscirlo a rappresentare sia vocalmente che a livello fisico: prima di “The Voice” io ero totalmente diversa nel mio approccio con il pubblico, molto più timida ed introversa, ora che questo è diventato il mio lavoro noto che sto facendo progressi anche sotto questo punto di vista.

– Componi da sola sia i testi che le musiche?

Si, i testi e le musiche sono tutti miei.

Ira Green (3)

– Suonerai qualche strumento all’interno dell’album?

Può darsi. In “Mondo Senza Regole” ho registrato alcune chitarre e non escludo che possa capitare ancora. Questo perché ci sono delle idee che – non calcolate in pre-produzione – nascono in sala mentre stai registrando. Aggiungi una chitarra od un riff. Tendo a non avere troppo certezze, a vivere nel dubbio, a scegliere – anche all’ultimo istante – d’inserire qualcosa e questo mi permette di registrare con tutta la spontaneità possibile.

– “Mondo Senza Regole” è in italiano, ma tu scrivi anche inglese?

Si, in realtà scrivo prevalentemente in inglese. “Mondo Senza Regole” era “Music’s Tramp” prima, ma per tastare il territorio italiano ho deciso di trasformare il testo. La tematica ovviamente è la stessa, è l’intenzione ad essere un po’ diversa. Ora mi rendo conto che il testo in inglese sembra molto meno banale, non perché quello in italiano lo sia davvero, ma è stato mal interpretato: “Mondo Senza Regole” vuole essere una critica goliardica, le uniche cose serie sono quelle comunicate dalle immagini del videoclip, che rappresentano temi tristemente attuali, la pedofilia negli ambienti vaticani in special modo, un fatto che viene insabbiato continuamente ed al quale io penso spesso fin quasi a ferire la mia stessa sensibilità.

– Che tematiche tratti nelle tue canzoni?

Dipende da quel che vedo, da quel che vivo. Molte volte ho creato testi che parlavano di persone che conoscevo, altre volte di gente che avevo incontrato una sola volta nella mia vita, magari di sfuggita in metropolitana, ma che per qualche motivo avevano solleticato la mia creatività spingendomi ad inventare storie su di loro. Forse io lavoro troppo di fantasia, ma questa è un’operazione che faccio continuamente. Tuttavia non parlo mai di cose false. Nel senso che le esperienze di cui scrivo possono non essere state vissute da quel soggetto in particolare, ma esistono. Nei miei testi cerco di analizzare le emozioni che si provano, senza però dargli un nome perché, secondo me, perderebbero poi di significato.

– Quest’estate hai duettato con Piero Pelù durante un concerto dei Litfiba. Ma c’è la possibilità che duettiate anche per un brano del tuo disco?

E chi lo sa!

– Noi ci speriamo…

È tutto da vedere. Potrebbe accadere, oppure no. Non voglio assolutamente inserirmi negli impegni di Piero perché ora sta lavorando ad un nuovo disco con Ghigo e gli altri. Cerco quindi non spingermi più in là con la fantasia, però è indubbio che ne abbiamo parlato e sarebbe molto bello da parte sua ed una divertente esperienza da vivere immagino.

– Ti piace lavorare con lui?

Si, è molto creativo a mio parere. Ha tanti argomenti di cui parlare.

– In cosa ti ha aiutato di più nel tuo percorso a “The Voice”?

Sicuramente ad esplorare ambiti a cui non avrei mai pensato di avvicinarmi, come la canzone italiana. Mai avrei pensato di cantare in italiano, in televisione per giunta! Non ho mai ascoltato Gianna Nannini o Vasco Rossi, eppure Pelù mi ha fatto riflettere su quanti fans e quanti dischi questi artisti hanno all’attivo e che è necessario dar loro il rispetto che meritano. Si tratta di un prodotto italiano che ha funzionato, che funziona ed io non posso far altro che prendere esempio. Piero mi ha aiutato molto nel migliorare il mio modo di rapportarmi alla musica.

– Pensi che dopo l’uscita del disco intraprenderai un tour promozionale?

Si certamente. Stanno già iniziando a preparare il calendario delle date. Stiamo puntando ad un tour che copra sia l’Italia che l’estero, anche perché mi sono molto affezionata agli ambienti svizzeri e cechi per il fatto che accolgono la musica a braccia aperte. Mi sono inoltre resa conto, attraverso il monitoraggio delle visualizzazioni, che in tantissimi mi seguono anche dalla Russia ed io mi sto adoperando perché il tour preveda delle date anche lì. Se sono le persone a chiedertelo, hai ancora più voglia di farlo!

– E siamo arrivate all’ultima domanda: da giovane donna in carriera quale sei, come vedi ora il mondo del rock in generale? Pensi che ci siano possibilità di successo per i giovani talenti?

Io credo che ci sia sempre una possibilità. Sarebbe sciocco pensare il contrario. È necessario prenderla quasi come una religione. Io ho fatto tantissimi provini prima di “The Voice” e – credimi – stavo veramente perdendo la testa perché non riuscivo a capacitarmi di non riuscire nell’unica cosa che so fare. Ma non ho mollato. Per me è importantissimo svegliarmi ogni giorno con la stessa mentalità e crederci sempre ed invito tutti quanti a fare lo stesso, per qualsiasi cosa, che sia anche un semplice talent show, che funge comunque da vetrina e a me personalmente sta servendo tantissimo. La cosa importante è avere un credo, ripetersi di voler raggiungere il proprio obiettivo e metterci anima e corpo per questo. Inoltre è necessario avere accanto un gruppo di persone che ti supporti costantemente, perché è molto facile avere un seguito quando partecipi ad un talent, ma una volta che luci si saranno spente in pochi ti rimarranno affianco dandoti forza anche quando tu, di forza, non ne avrai più. Io sono fortunata perché ho delle persone che mi supportano in ogni occasione pur non conoscendomi o, se vogliamo, conoscendomi solo attraverso una pagina facebook. Se loro vedono qualcosa in me, devo vederla anch’io!

– Benissimo! Io ti ringrazio per la bella chiacchierata e spero che tornerai presto ad essere ospite delle pagine di Qube.

Sono io che ringrazio te. A presto.

Laura Di Francesco | Foto: Danilo D’Auria