Quella di venerdì 4 marzo 2016 sarà una data difficile da scordare: Il Muro del Canto è sold – out all’Atlantico Live, uno dei palazzetti più importanti di Roma.
Stasera l’emozione di chi segue il complesso di musica popolare romana raggiungerà la sua apoteosi: in mezzo ad una massa oceanica di persone che aspettano trepidanti la presentazione del terzo disco della band capitolina, dal titolo “Fiore de Niente”, chi ha seguito fin dagli albori questo straordinario sestetto romano, quando, timidamente ma non troppo, si affacciava sui palchi delle feste di provincia a rivendicare una tradizione dialettale in musica riportata in auge da dei brillanti ed ammalianti trentenni, è come se in pochi secondi gli scorresse davanti agli occhi il lungo ed incredibile percorso di crescita che Il Muro del Canto ha scalato in pochi anni, percorso che a mano a mano che veniva calpestato ha regalato gioie e soddisfazioni che la band ha sempre condiviso con il proprio pubblico, ovvero con uno dei loro punti di forza più grandi.
Questa sera l’orgoglio è molto simile a quello che si prova alla cerimonia di laurea di un figlio: c’è la felicità per essere giunti ad un traguardo tagliato da innumerevoli successi, e allo stesso tempo la consapevolezza di aver conquistato il proprio posto nel mondo.
La forza di questa band, che amabilmente rifugge accostamenti musicali analoghi, è quella di essere cresciuta con estrema umiltà e incomparabile passione: le loro performances sui palchi importanti, dentro e ben lontano dal raccordo anulare, sono assolutamente pari, per intensità, sentimento, riconoscenza, a quelle consumate sulle piattaforme di legno delle sagre di paese, dei teatri minuscoli, degli scantinati, delle piazze di San Lorenzo.
Daniele Coccia (voce), Alessandro Marinelli (fisarmonica), Ludovico Lamarra (basso), Giancarlo Barbati Bonanni (chitarra elettrica), Eric Caldironi (chitarra acustica) e Alessandro Pieravanti (batteria e voce narrante), sono la dimostrazione vivente ed attuale che una speranza per un certo tipo di musica ancora c’è: per quella vera, autentica, in grado di regalare il cuore al proprio pubblico, che glielo restituisce gonfio di emozioni. Il Muro del Canto è arrivato dove è arrivato grazie sempre e solo al proprio talento, all’incontenibile amore per la musica che racconta la Roma papalina, la Roma del Belli, la Roma mafiosa, la Roma dei complotti, la Roma di Pasolini e quella sporca ma anche meravigliosa dei giorni nostri, ma più in generale la voce profonda di Daniele e i monologhi tristi, ironici e bellissimi di Alessandro raccontano i sentimenti atavici, ancestrali, dall’amore all’odio, passando per la dignità, il risentimento, lo strazio, la morte, la gioia.
Il live, dopo le eccellenti esibizioni di due fra i cantautori più interessanti della scena giovanile attuale, gaLoni e Emanuele Colandrea, si apre sulle note di “Ciao core”, brano apripista delle tredici tracce che compongono l’ultimo album del gruppo. Il pubblico è in visibilio: questo terzo album, più riflessivo, forse più cupo ma anche più intimista e poetico, già piace molto.
La presentazione dell’album è naturalmente intervallata dalla riproposizione dei brani dei due album precedenti, “L’Ammazzasette” e “Ancora ridi”, e intanto si procede con l’esecuzione di “Quando scende la notte”, uno dei pezzi più struggenti dell’album, paragonato dalla stessa band a “Luce mia” quanto a intensità, brano che non a caso chiuderà il concerto prima del bis, affidato, naturalmente, ad “Arrivederci Roma”. Due nuovi monologhi firmati da Alessandro Pieravanti, “Domenica a pranzo da tu madre” e “Vivere alla grande”, che parlano con genialità ed ironia del lato amaro della vita che molti giovani di oggi sono costretti a vivere, in bilico fra precariato culturale e materiale, e si procede quindi con il resto dell’album, non mancando le sorprese: oltre alla presenza di Andrea Ruggiero degli Operaja Criminale al violino e Simone Arcangeli dei Dada Circus alla tromba, sul palco insieme a Il Muro del Canto durante questa serata speciale ci sono i fratelli musicali di sempre: gli Assalti Frontali, con cui duettano ne “Il lago che combatte”, Piotta, in un featuring su “7 vizi Capitale” e le BESTIERARE, scoppiettante trio rap capitanato da Elio Germano, con cui il Muro del Canto canta un loro pezzo, “La crisi”.
“Il Muro del Canto semo noi più voi”, è questa la frase con cui il gruppo conclude i propri concerti, riferendosi al proprio pubblico: stasera è stato dimostrato che non c’è niente di più vero, puro, autentico e meraviglioso.
Francesca Amodio
“Fiore de Niente” (Goodfellas, 2016), tracklist:
Ciao core
Ginocchi rossi
L’Anima de li mejo.
Madonna delle lame
Fiore de niente
Domenica a pranzo da tu madre
La neve su Roma
Figli come noi
Quando scende la notte
Se i lupi verranno a bottega
Venerdì
Come tre
Vivere alla grande