“Giungla“ è il nuovo progetto di Emanuela Drei che, con un bel bagaglio musicale alle spalle (voce e chitarra negli Heike Has The Giggles e bassista degli His Clancyness), ha deciso di lasciarsi alle spalle l’esperienza con le band e di farcela con le proprie forze, pur mantenendo un certo tipo di suono. Già questa presentazione da sola basterebbe per mettere in luce tutta la sua grinta!
Giungla può dirsi sicuramente vincente nella sfida di dimostrare al mondo che una donna può non solo evitare di scrivere canzoni mielose e melodie cantautorali, ma anche realizzare un live potentissimo, senza band, riuscendo a far ballare il pubblico per tutto l’intero spettacolo. C’è da dire che in questa sua scommessa non è completamente sola, dato che il suo ep “Camo” è stato prodotto, registrato e mixato da Federico Dragogna dei Ministri, uno dei produttori italiani più accreditati del momento.
La curiosità di ascoltarla dal vivo, dopo essere stata conquistata dal suo primo singolo, mi ha spinta all’Opera Commons, vicino Catania, per assistere alla sua esibizione realizzata grazie alla collaborazione di Weak e Rivoluzione Culturale, che si sono unite per portarla in città.
Il 20 maggio è la data fissata per questo appuntamento, data che coincide con la pubblicazione di “Camo”. Inutile dirvi che l’emozione è stata altissima e che l’atmosfera era quella delle grandi occasioni. Una casa di campagna, sala con luci soffuse e i fuochi dell’Etna nelle vicinanze, quale migliore location per assistere al live di questa giovane promessa della musica?
Una chitarra, vari pedali e una drum machine la accompagnano. Il suono è potentissimo dall’inizio alla fine ed il contrasto tra la sua figura esile e la sua musica cattivissima salta subito all’occhio. Ringrazia gli organizzatori e il gruppo di apertura, sistema qua e là i suoni e poco dopo si scatena e ci fa scatenare col suo rock elettronico, con quella chitarra un po’ isterica, accompagnata dalla sua voce ipnotica e decisa.
I quattro brani dell’ep, le sue quattro anime, mantengono la forza delle registrazioni. La travolgente “Cold” lascia spazio alla malinconica “Sand”, brano che fa pensare alla fine dell’estate e a quello stato d’animo per cui non si è mai pronti a lasciarsi le cose belle alle spalle; l’ammiccante “Wrong”, che un po’ ricorda i ritmi tanto cari alla dance, ci rapisce con i suoi suoni un po’ sporchi e “Forest”, con le sue sperimentazioni, ci dà la conferma che il suo è un esordio notevole, che merita attenzione.
Tra un pezzo e l’altro beve acqua (e il pubblico glielo fa notare sorridendo), ci dice che vorrebbe lasciare tutti i suoi dischi qui in Sicilia, così al ritorno non la guarderanno male in aeroporto e poi impugna con decisione la sua chitarra e continua a farci sognare.
Il suo è un rock elettronico, influenzato ed attraversato da vari generi, con dei ritmi pulsati e delle chitarre che fanno a volte pensare ai Franz Ferdinand, mentre il suo modo di cantare ricorda un le dive del rock anni ‘90/’00. Il tutto è modernizzato dall’uso di distorsioni e drum machine. Un successo assicurato.
Sul finale scende a suonare tra di noi, che l’accogliamo mettendoci in cerchio attorno a lei. Risale sul palco e vista l’ovazione ci domanda: “Che dite, ne faccio un’altra?”!
Osservandola non ci si aspetta che lei, così dolce e carina, riesca a sfoderare un suono così cattivo. Inquadrarla in qualche schema è pressoché impossibile, soprattutto se la paragoniamo alla musica nostrana. L’unica cosa che dovremmo fare è spedirla all’estero alla conquista del mercato internazionale, perché con delle premesse così ha le carte in regola per sfondare e dare nuova luce alla nostra musica!