NEWS RECENSIONI

Est Egò – La Recensione

Gli Est Egò sono i veri eclettici del nuovo post rock italiano

“La musica è tutto ciò che è, e sia mai stato, e sarà mai”.

Per parlare di un disco spaziale e psichedelico c’è bisogno di un’introduzione degna, per questo Carl Sagan non rimarrà male, ovunque lui sia, per la storpiatura alla sue parole sull’universo, usate nell’introduzione alla sua serie Cosmos.

Gli Est Egò, giovane band proveniente da Torino, con gli ipersonici movimenti di cui parlano, si avvicinano molto all’epopea del cosmo raccontata da Sagan. Tutto questo a livello musicale si accosta particolarmente alle atmosfere dei Bluvertigo, e si legano ad alcuni versi  dell’immaginario poetico di Franco Battiato.

I sei brani del disco attraversano più binari e attingono anche al rock anni ‘90, non dimenticando le dimensioni legate all’ambient e al post rock.

Si passa dai Sigur Ros al sound dei Tame Impala, le infinite sfumature del lavoro potrebbero confondere, ma in realtà arricchiscono: gli Est Egò sono i veri eclettici del nuovo post rock italiano.

Charles Baudelaire scrisse: “Un eclettico è una nave che vorrebbe procedere con quattro venti”, loro in sei brani hanno altrettanti modi di raccontare la loro musica.

La loro predisposizione alla sperimentazione è forte e la scelta di composizione dell’album lo è altrettanto e proietta l’ascoltatore tra suoni elettronici, distorsioni ben studiate, suoni ambientali estremi.

Si sente nei loro testi e nelle loro sonorità l’influsso di una città mistica come Torino: la vera ricerca oltre che sul piano musicale si svolge anche spostandosi  tra scienza e spiritualità.

L’elettronica applicata al pop e al rock sta donando tante soddisfazioni al nostro paese in questi ultimi tempi, ora tocca agli Est Egò portarci sempre più nel loro panorama, fatto di esplorazione spaziale, spirituale e musicale.

Gianluigi Marsibilio