È uscito il nuovo trailer di IT, il pagliaccio squarta bimbi, e nelle mie orecchie c’è Effecinque, nuovo album dei Diffèrence. Il mio pomeriggio sta prendendo una piega slasher e il mio gatto, tanto odiato, rischia di essere cacciato malamente dal mio habitat d’ascolto, il divano.
Il disco è profondamente anni ’90, ma non sono tra quelli che quando sente delle influenze così marcate è lì pronto a prendersela perché il sound è una citazione ai Nirvana, agli Afterhours o a chi vi pare. Anche in musica, come nel cinema, le citazioni vanno rispettate e quelle presenti in Effecinque sono parecchio ben fatte.
Il lavoro si snoda su dei binari incandescenti, infatti si ha la sensazione di stare a 3,4 micrometri da una locomotiva pronta a schiantarsi contro il tuo corpo.
Il duo, nel sound, riesce a mettere in mostra una tradizione culturale che parte dai Nirvana, attraversa l’heavy metal e ricade nella scena indipendente italiana; dietro i ritmi caotici, le chitarre a tappeto e le voci che si accavallano c’è una grande forza propositiva.
I Diffèrence riprendono il mantra del grunge riportandolo nel mondo dei vivi.
Il sound risulta in alcuni brani paradossale, e tutto questo viene dalla capacità di unire situazioni e suoni famigliari ad una ruvidità, una cattiveria quasi aliena.
Il disco è un tributo ad una sorta di religione del rischio, un simbolo che vuole scuotere e osare ancora di più a livello musicale. Il rischio corso dal duo è quello di sembrare estremamente caustico, sboccato e inadatto, ma cosa c’è di meglio in fin dei conti?
Tutto l’impianto sonoro sembra una citazione a Motorman di David Ohle, romanzo viscerale e distopico di questo scrittore statunitense, che in una grande botta di genialità ha scritto una frase del genere: “Consider the future, Moldenke. Do you imagine we’ll ever get there?”.
Veramente pensiamo di arrivare nel futuro senza fare i conti con il grunge o con la rabbia? Allora senza disilluderci o avvelenarci mettiamo sul piatto, nello stereo o su Spotify questo disco.
Alcuni limiti in questo lavoro ci sono: manca un chiaro dosaggio nelle registrazioni, forse perché è un disco pensato troppo in una dimensione live e le voci sarebbero da curare maggiormente per dare maggior risalto ad un prodotto come questo.
Se vi sentite di accostare questo lavoro ad un album d’oltreoceano fatevi una bella playlist con Effecinque e qualche pezzo dei Citrus Clouds, gruppo con un sound leggermente diverso, ma con tratti estremamente interessanti e analoghi.
In un inizio 2017 che ha visto uscire Gazebo Penguins e Voina, quest’album è l’ennesima prova di come il panorama italiano sia pieno di vita e di rabbia, e alla fine con un disco del genere la vita e le incazzature perenni si fondono sempre in un mashup da urlo.
Pezzi da non perdere del disco: Le Stanze, Formatore, Effecinque.
Gianluigi Marsibilio