Si dice che il violino sia lo strumento del diavolo per la sua capacità di ammaliare e di rubare l’anima, e che Lucifero fosse l’angelo (anzi l’Arcangelo) più bello del paradiso. Sarà per questo che lo scorso anno a David Garrett viene data la parte di Niccolò Paganini nel film “Il violinista del diavolo”.
Ammetto che anche io, vedendolo scendere col suo viso d’angelo e ed il violino tra le mani in mezzo al folto pubblico presente ieri sera all’Auditorium Conciliazione, ho pensato a questo collegamento.
Figlio di un avvocato tedesco e di una ballerina statunitense (da cui ha preso il suo cognome d’arte), David è stato un enfant prodige del violino; a soli 4 anni ha imparato a suonare ha fatto la sua prima apparizione con la Filarmonica di Amburgo alla giovane età di dieci anni.A tredici è stato il più giovane artista ad aver ottenuto un contratto in esclusiva con la Deutsche Grammophon Gesellschaft. Per mantenersi a New York, dove ha perfezionato i suoi studi, ha anche fatto il modello.
Il pubblico in sala ieri sera era numeroso e contraddistinto dalla presenza di moltissime donne di tutte le età, ammaliate dalla bellezza sì, ma anche dal talento di questo ragazzo di 35 anni (compiuti 3 giorni fa) che si sa muovere divinamente tra la musica classica e le cover pop-rock. Tutto questo fa di lui un virtuoso del cross over.
Si sono accese le luci sul palco dove erano presenti i suoi musicisti, ma lui è sceso dalla platea suonando la cover di “He’s a pirate”, tema del film Il pirata dei caraibi, seguita in veloce successione da “Smooth Criminal” di Michael Jackson, “Smells like teen spirit” dei Nirvana e “Walk this way” degli Aerosmith. Un grande inizio per un grande artista.
Giusy Chiumenti