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Chester Bennington, parla la madre rievocandone il ricordo due anni dopo la sua morte

A due anni da quel terribile giorno, Susan Eubanks – madre di Chester Bennington – esprime il ricordo straziante per la morte del figlio, avvenuta il 20 luglio 2017.

Il cantante statunitense – ritrovato esanime nella sua casa d’abitazione a Los Angeles – era conosciuto come lo storico frontman dei Linkin Park, ancora oggi omaggiato da diverse band che ne onorano la memoria con diversi pezzi, ha lasciato un grande vuoto dentro gli animi di milioni di fan e, neanche a dirlo, alla madre che – tramite i profili social – scrive: “Per me è impossibile ricordare un momento in cui Chester non avesse voluto diventare una Rockstar. Aveva scoperto la musica da piccolo. Ricordo persino che, da bambino, l’ho visto più volte cantare a squarciagola le canzoni del musical ‘Grease!’. Gli piaceva imitare Olivia Newton John. La musica è sempre stata una costante per lui. Ascoltava in continuazione le sue band preferite e, a 13 anni, mi disse che avrebbe voluto fare il cantante. Faceva tutto ciò che i giovani adolescenti provano a fare quando vogliono diventare delle Rockstar. Suonava con le band locali e metteva su dei gruppi con i suoi amici. Ovviamente, lo incoraggiavo, ma volevo che tenesse i piedi piantati bene per terra e che si concentrasse sulla scuola e sull’educazione”.

Parole intense, di forte strazio e piene di un dolore che solo una madre saprebbe capire: “A 15 anni, Chester tornò a casa con un suo amico leggermente più grande, mi diede l’impressione di essere immensamente più grande di mio figlio. Era Sean Dowdell. Oggi rido pensando che Sean avesse solo 17 anni all’epoca. Sean stava formando una band, aveva bisogno di un cantante e Chester non vedeva l’ora di ricoprire quel ruolo. Più tardi, sarebbero diventati i Gray Daze. Qualsiasi genitore al mio posto, sarebbe riluttante, all’idea che il proprio figlio potesse andare in giro per club. Diedi il mio permesso con molta cautela dopo aver visto come Sean si prendeva cura di Chester. Sean si poneva nei suoi confronti come un fratello maggiore. Negli ultimi 25 anni, è diventato parte della nostra famiglia”.

La sua inimitabile voce, passata alla storia per il graffio e la timbrica inconfondibili, resterà nella mente di tutti e non verranno meno i tributi a lui dedicati e il ringraziamento per aver dato un enorme contributo alla musica internazionale.

Francesco Tusa | Foto di Copertina: Danilo D’Auria