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Brunori a Villa Ada

Uno showman e un concerto intorno a un falò…

Se esiste un concerto che esprime l’estate, con i suoi sentimenti contrapposti, di eros e thanatos, di inizio e di fine è quello di Brunori Sas. Il più bravo e completo cantautore italiano degli ultimi anni.

Uno showman!

Brunori Sas e la sua band ieri sera a Villa Ada ci hanno fatto passare davvero una bella serata, di quelle difficili da dimenticare per le tante emozioni che sono riusciti a trasmettere. Gioia, lacrime, sorrisi, euforia, risate. Abbiamo vissuto uno sdoppiamento, triplicamento, quadruplicamento della personalità per assecondare le nostre emozioni e sensazioni. Ed insieme a noi, anche Brunori ha fatto la stessa fine.

Come ha detto lui a inizio concerto (vado a memoria): «Allora, stasera il concerto è suddiviso così: 1 ora e mezza di musica da lacrime e fazzoletti, poi un intervallo di 1 minuto e 30 di heavy metal (e l’hanno fatto davvero ndr), poi di nuovo musica strappalacrime e infine 30 minuti di parte gioiosa».

Le sue personalità quali erano? Erano sempre lui… è proprio questo che ci piace. Uno che sa farti ridere e un momento dopo farti piangere, che sa farti immedesimare in uno dei suoi tanti Poveri Cristi, in tutti e in nessuno; che sa farti pensare e non farti pensare a nulla: che allo stesso tempo ti lascia riflettere sulle tue difficoltà e guardare al futuro con speranza e ottimismo.

Un’improbabile fusione fra Fiorello (quando è in forma), De Gregori e il giudice Santi Licheri.

Incredibile ma vero, in questo miscuglio surreale tutte le parti prendevano il loro posto ed usciva fuori lui; un figlio del falò di ferragosto. Quando si condensano sentimenti di inizio, di maturità e di fine.

Tante le canzoni cantate in un’ora e mezza di concerto, dove Brunori ha concesso un ricco bis.

Le più apprezzate dal pubblico: ‘Kurt Cobain’, ‘Mambo Rivoluzionario’, ‘Italian dandy’, ‘Paolo’, ‘Lei, lui, Firenze’, ‘Una domenica notte’, ‘Fra milioni di stelle’. Se non conoscete Brunori scegliete pure a caso qua in mezzo e non ve ne pentirete. Aspettate ma fra queste ne manca una: ‘Guardia ’82’. Quando è partita ci si è abbracciati tutti quanti come intorno a un falò. Qualcuno aveva la chitarra, la suonava. Tutti gli altri cantavano.

Gabriele Edoardo Mastroianni