RECENSIONI

Waxahatchee – Out In The Storm

Canzoni pronte a travolgere il pubblico, perché alla fine, il punk insito nel progetto e nell’attitudine artistica della Crutchfield, merita di essere vissuto…

Out In The Storm di Waxahatchee è un disco che odora di fanzine anni ‘70, dove il punk regnava incontrastato su colonne di giornali come Fallo!, Re Nudo o Who Put The Bomp.

L’odore di quella carta bagnata dal caffè e dalle sigaretta del sabato mattina: che sporco in alcuni casi equivalga a bello lo possiamo sentire anche nei pezzi demo rilasciati nella versione deluxe di Out In The Storm.
Il merito per questo lavoro va sicuramente anche alla produzione di John Agnello, che ha lavorato con Dinosaur Jr., Sonic Youth, The Hold Steady, Kurt Vile, Jimmy Eat World, insomma gruppi estremamente maniaci della chitarra.
E per quelli che non strizzano più l’occhio a queste soluzioni, la Crutchfield ha già una risposta che dice più o meno: “Avrai la tua verità/io ho la mia”. La registrazione cruda, dura e pura è un atto, un testamento liberatorio, anche se formalmente è un testamento al contrario, che vuole mettere al posto giusto le cose, le pulsioni e gli istinti profondi, musicali e filosofici, dell’artista.
Il disco è estremamente adatto al live e anzi, spero con tutto il cuore che la Crutchfield faccia parte del cartellone estivo/autunnale di club e serate anche in Italia.
Canzoni come Sparks Fly o No Question sono pronte a travolgere il pubblico, perché alla fine, il punk insito nel progetto e nell’attitudine artistica della Crutchfield, merita di essere vissuto.
La bellezza dell’album è in una visione simile a quella che si ha nel vedere l’Apollo del Belvedere, la perfezione dell’imperfezione, dello sporco, quasi del casuale, che alla fine rende il sound come una scultura tanto imprevedibile quanto amabile.

Il caffè che cade sul giornale al bar è l’essenza di questo disco, le immagini si sbiadiscono tra i mugugni del barista, che alla fine si incazza sempre, ma l’imperscrutabile serie di colori che viene fuori da un quotidiano e da un espresso, è talmente bella che ti ci perdi.

C’è una forza insita in questo lavoro che va oltre il futuro e le attese per questa giovane, che merita di essere sentita a fondo: l’interesse è dato dalla possibilità di avere su un panorama, che alcune volte si uniforma su delle scelte stilistiche: un esempio unico, una sorta di un cantautorato punk che fa venir voglia di leggere Bomp sorseggiando un caffè lungo e zuccherato, anche se sono le 7 di sera.

Gianluigi Marsibilio