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Skunk Anansie e il loro Anarchytecture: né promossi né bocciati

“Anarchytectue” è un disco che non ti aspetti, un po’ troppo lontano dai generi che avevano dato vera fama agli Skunk, ma si tratta comunque di un progetto riuscito.

Neanche a dirlo gli Skunk Anansie sono tornati, carichi, forti e adrenalinici. Sua maestà Skin, dalla voce dark, leader del gruppo, che negli ultimi tempi abbiamo imparato ad apprezzare anche nella sua versione italiana di “ATTACCA!” ha trovato il tempo anche per fare un nuovo disco, riunire la sua band e organizzare una tournèe.

È uscito il 15 Gennaio “Anarchytecture”, musicalmente prodotto dai componenti storici della band: Skin, il chitarrista Ace, il bassista Cass e il batterista Mark Richardson, e si tratta del loro sesto album in studio, il gruppo pare aver messo assieme una programmazione di riff d’altri tempi, Skin in questo album canta per lo più d’amore in una serie di canzoni dal tono grigio-nero-cupo che sembrerebbero riflettere il distacco dall’americana Christiana Wyly, sua ex compagna di vita.

Una parte delle canzoni presenti nell’album riflette proprio la situazione instabile delle relazioni sentimentali, l’altra parte si divide tra rock e passaggi più melodici.

La prima traccia è “Love someone else”, tormentone ufficiale dell’album, infatti è un pezzo che ci è entrato in testa da qualche tempo grazie anche ad un noto spot pubblicitario, la traccia è un pop-rock orecchiabile, poi ci sono “Victim” e “Beauty is your curse” in quest’ultima il riff è molto anni ’70, mentre “Death to the lovers” è una vera ballata, in cui i synth e l’elettronica si inseriscono in maniera perfetta per supportare l’atmosfera del pezzo, che tra l’altro è stato scelto come secondo singolo estratto dall’album. “In the back room” è un mix esplosivo di disco-rock mentre “Bullets”, (che ho personalmente apprezzato tantissimo) è una canzone molto aggressiva e con un’ottima produzione, un perfetto ritmo tra parole, batteria e ritornello. “That sinking feeling” risuona forte con l’energia rock & roll giusta “Without you” è un vero contrasto tra la dolce chitarra di Ace e l’aggressiva mascolina voce di Skin, “Suckers!” è un pezzo dalla latente aggressività, è un pezzo troppo corto… non si ha il tempo di gustarlo che già è terminato (01:20), mentre i brani “We are the flames” e “I’ll let you down” chiudono con classe questo album che, come si è capito nella descrizione, non è particolarmente espressivo e forse non era proprio quello che ci si aspettava dagli Skunk Anansie, ma con il beneficio del dubbio siamo certi che tutti questi pezzi attraverso le performance di quell’animale da palcoscenico che è Skin acquisteranno un sapore diverso, sicuramente migliore.

Nel complesso non è album da bocciare, le ballate, i ritmi, il rock e i pezzi lenti ci sono, e rispecchiano tutti i gusti, “Anarchytecture” è un disco che non ti aspetti, un po’ troppo lontano dai generi che gli avevano dato la vera fama, ma si tratta comunque di un progetto riuscito.

TRACKLIST:

Love someone else
Victim Beauty is your curse
Death to the lovers
In the back room
Bullets
That sinking feeling
Without you Suckers!
We are the flames
I’ll let you down

Carlotta Tomaselli