Qube Music inaugura una nuova rubrica nella quale ogni mese vi proporremo un disco che in qualche modo ha in sé le caratteristiche di quel periodo dell’anno. Per Novembre abbiamo scelto un album molto particolare…
A volte capita di scoprire dischi, usciti da un po’ di tempo, che avrebbero meritato di girare di più. Uno di questi esempi è “A Simple Present” di Milo Scaglioni, uscito ormai da un annetto, perfetto per questo periodo e che riascoltiamo insieme.
Milo lo abbiamo conosciuto come bassista dei Jennifer Gentle, ma in realtà il suo passato musicale è abbastanza variegato e ricco di collaborazioni. Da ultimo, come vi anticipavo, lo scorso autunno ha intrapreso la carriera solista che vede “A Simple Present” come suo album di debutto.
Chi ha un po’ di dimestichezza con la lingua inglese potrà riconoscere il gioco di parole che si cela nel titolo, studiato per un album che di inglese non parla solo la lingua, ma ne porta numerose influenze. In fondo c’era un po’ da aspettarselo da un artista che ha trascorso ben dieci anni in Inghilterra, terra che lascia sempre una traccia in coloro che si nutrono della sua cultura, traccia ben evidente nell’album, che può tranquillamente collocarsi nella sua tradizione musicale e meno nella nostra.
Visto l’autunno già avanzato e le temperature in calo, questo disco è perfetto per prepararvi alle buie giornate invernali, in cui la malinconia avvolge spesso le nostre serate. Immaginatevi seduti davanti a un camino, con un buon bicchiere di vino rosso in mano, mentre leggete un bel libro accompagnati dai suoni di Milo, che vantano partecipazioni di gran livello e musicisti di gran valore quali Roberto Dell’Era (Dellera, Afterhours e The Winstons), Enrico Gabrielli (Calibro 35, The Winstons, PJ Harvey), Lino Gitto (The Winstons), Gianluca De Rubertis (Il Genio) e Simone Prudenzano.
I brani hanno un fascino molto particolare, con un’impronta folk rock chiarissima, che spesso dirama in suoni psichedelici, sulla quale vengono costruite architetture varie e ben congegnate a tal punto da imprimere una propria identità al lavoro finale.
Presentandoci l’album l’artista ci spiega come “A Simple Present” ci parli di crescita, del diventare grandi capendo cosa si vuole davvero dalla vita, di essere se stessi con tutto ciò che questo comporta.
Da segnalare brani come l’opener “Sea of Misery”, la scanzonata “Black Dog No. 7”, ma anche “Letter for Pretty”, un’altra piccola gemma di questo scrigno ricco di tesori.
Pronti a farvi coccolare da “A Simple Present” mentre fuori piove e fa freddo?
Buon ascolto!
Egle Taccia