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I giocatori di Titano, di Philip K. Dick

“I giocatori di Titano” è da considerare a tutti gli effetti un classico di Philip Dick, anche se non famoso come “Blade Runner” o “Un oscuro scrutare”

Philip Dick scrive “I giocatori di Titano” nel 1963, dopo la pubblicazione di uno dei suoi più grandi capolavori, “La svastica sul sole”. Un romanzo che è sempre rimasto nell’ombra, oscurato da altri titoli che hanno avuto più fortuna grazie anche alle trasposizioni cinematografiche. Ma ne “I giocatori di Titano” troviamo un Dick sempre autentico, molto autobiografico, che dà vita a uno dei suoi romanzi in cui è più sviluppata la presenza femminile.

TITOLO ORIGINALE: THE GAME – PLAYERS OF TITAN
AUTORE : PHILIP K. DICK
ANNO: 1963
CASA EDITRICE: FANUCCI EDITORE
TRADUZIONE: ANNA MARTINI

“I giocatori di Titano” è da considerare a tutti gli effetti un classico di Philip Dick, anche se non famoso come “Blade Runner” o “Un oscuro scrutare”. Contiene tutti gli elementi tipici della narrativa dickiana: uno scenario post apocalittico, confusione tra realtà e “falsi ricordi”, allucinazioni, esseri umani con facoltà telepatiche e precognitive, tecnologie che interagiscono con l’uomo, giochi.

La trama si svolge in un futuro non ben definito, in cui la Terra è stata devastata da una guerra con gli abitanti di Titano (un satellite del pianeta Saturno, per alcuni aspetti simile alla Terra) e da una forma di radiazione usata dai Cinesi Rossi (la Radiazione Hinkel), distribuita su scala mondiale. Risultato? I titaniani hanno colonizzato la terra e la popolazione umana si è ridotta a pochi milioni su scala globale.

Grazie all’asportazione di una particolare ghiandola, gli esseri umani sono in grado di vivere anche per centinaia di anni, mantenendo un aspetto giovanile anche superati i cento. Eppure, la Terra non riesce a popolarsi di nuovo: la fertilità umana è crollata e le gravidanze sono un evento molto raro. Ed è qui che entra in scena il gioco. I titaniani, forse in colpa per aver decimato l’umanità, portano sulla terra un gioco che consente alle persone di acquisire o perdere proprietà immobiliari e nelle case così acquisite vanno ad abitare nuove coppie. L’obiettivo è insomma quello di tentare il maggior numero possibile di combinazioni tra uomini e donne per trovare finalmente quella fertile.

Il gioco a cui partecipano tutti i terrestri è una sorta miscuglio tra il gioco da tavola Monopoli, il poker e il baccarat. La somiglianza con il Monopoli è forse quella più evidente. Nel gioco immaginato da Dick è prevista infatti la possibilità di vincere o perdere proprietà immobiliari, con la differenza fondamentale che ne “I giocatori di Titano” si tratta di case e ville vere, al punto che ci sono giocatori che possiedono interi territori. È in effetti un gioco da tavola, con caselle che possono essere vantaggiose o meno a seconda della scritta, che ricorda quella delle probabilità e degli imprevisti del Monopoli. A volte le scritte sono improbabili:

Il vostro gatto scopre un prezioso album di francobolli in soffitta: vincete 3.000 dollari.

Anche qui emerge un dettaglio autobiografico, visto che Philip Dick era un amante dei gatti. Per arrivare ad una determinata casella, come in qualsiasi gioco da tavola, occorre prima tirare i dadi. In seguito al tiro si pesca una carta ed è questa che indica il numero di caselle di cui deve avanzare la pedina. È il momento in cui entra in gioco il bluff: gli avversari possono infatti chiedere o meno di visualizzare la carta e così il giocatore può, a suo rischio, dire di aver pescato una carta che poi lo porterà ad una casella più vantaggiosa. È qui che il gioco ha alcuni elementi del poker, ma anche del baccarat. Quest’ultimo è forse il meno conosciuto tra i tre giochi, ma possiede regole di base relativamente semplici. Una volta distribuite le carte, infatti, i giocatori di baccarat possono puntare sulla propria vittoria, su quella del banco, o sulla parità: si punta insomma in base alle carte che si presume possa avere l’avversario, senza tuttavia poterle conoscere. E lo stesso avviene nel gioco ideato da Dick: gli avversari possono decidere di vedere la carta pescata, ma se il giocatore non ha bluffato, allora perdono la loro puntata.

Certo è che questi giochi, come il monopoli, il poker e il baccarat diventano difficili se al tavolo c’è qualcuno con facoltà precognitive o telepatiche: un elemento, questo delle capacità telepatiche e precognitive sviluppate negli esseri umani, che Dick svilupperà magistralmente anche in altri romanzi, come in “Nostri Amici da Frolix 8”. Di fronte ad un gioco come quello de “I giocatori di Titano”, tuttavia, il bluff diventa impossibile, ma Dick sa anche in questo caso sorprendere i lettori grazie anche al ruolo che avrà nel romanzo Mary Anne, grazie alle sue straordinarie capacità psicocinetiche. Protagonista del romanzo è Pete Garden, ma ne “I giocatori di Titano” la presenza femminile è notevolmente sviluppata. Non solo con un personaggio dominante come Mary Anne, ma anche con le mogli del protagonista, la madre di Mary Anne, con vari riferimenti autobiografici.

È con il gioco che si arriva allo scontro finale tra terrestri e titaniani, che culmina in una riflessione sulla soggettività delle esperienze e delle percezioni e sulla difficoltà a far dialogare queste soggettività, in questo caso quelle dei terrestri e dei titaniani:

Lo capite questo?[…] Che la nostra immagine della situazione è ugualmente vera?
«Idealmente» con freddezza le giunse un pensiero «si possono far coincidere i due punti di vista. Tuttavia, in pratica questo non funziona».

«Siamo consapevoli del fatto che è una cosa parziale, che è ingiusto nei confronti di voi terrestri, perché, come dici tu, voi avete a vostra volta una visione di noi uguale e opposta e altrettanto vincolante.»