Colapesce è una valanga, una serie di storie che si arrotolano, si mescolano e inesorabilmente travolgono tutto il pubblico presente all’inizio del suo Infedele Tour a Santeria Social Club.
Il suo primo live dell’Infedele Tour non rispecchia il titolo dell’album perché lui si dimostra fedele, rispettoso e in punta di piedi onora il mestiere più bello e difficile del mondo, quello del cantautore.
Lorenzo Urciullo (nome di battesimo, per rimanere in tema di sacramenti e fede) è capace di raccontare storie con delicatezza e leggerezza, portando le canzoni a perdersi nell’incenso disperso sul palco prima di iniziare il live.
L’Infedele Orchestra è una band composta da giovani e esperti: questo perfetto mix permette degli spunti sonori anche in live unici e difficili da ascoltare in un concerto di un cantautore contemporaneo.
Chi pensa di trovarsi dinanzi ad un panorama musicale italiano spento e vuoto dovrebbe obbligatoriamente andare alle varie tappe che percorrerà Lorenzo nel suo viaggio. Un live del genere ci ricorda che le sfumature all’interno delle canzoni, all’interno di anni passati tra studi, ep e live, sono infinite e variegate.
Il suo è un viaggio intorno al mondo e si sente, si attraversano nel live atmosfere e ere geologiche della canzone italiana (anche la cover di Segnali di Vita è un esempio): si passa dall’atmosfera romantica di un basso fondo da città del sud all’aria da parrocchia iperteconologica.
Non c’è mai nulla di monocromatico in un live del genere, dove si riesce veramente a provare ogni emozione possibile in un essere umano, probabilmente c’è anche qualcosa di alieno, che però personalmente non ho captato, e sono rimasto umano, “troppo umano”.
Da ieri ho un altro proposito per il 2018: tornare almeno a due tappe dell’Infedele Tour e farlo in ogni stato emotivo possibile.
Colapesce ha aperto il suo studio psicanalitico dove finalmente è possibile sentirsi umani e non semplici ascoltatori, il concerto è infatti una finestra su storie diverse, vere e profonde.
Ho sempre creduto che la parola più bella pensata mai da un essere umano sia infinito, un vocabolo difficile da applicare a qualcosa che accade sulla Terra, ma quando non si hanno parole adatte per descrivere quel che ho visto, posso solo dire che all’01:07 di un venerdì notte mi sono sentito “Totale” dopo un concerto di infinita bellezza.
Gianluigi Marsibilio | Foto di Copertina: Davide Visca