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A MAGICAL SOUND: Viaggio attraverso l’Universo (Across The Universe)

In questa rubrica viaggeremo attraverso l’Universo aiutati dalla magia della musica. Giocheremo con le vibrazioni delle canzoni, ma proveremo anche ad osservare cantanti e musicisti attraverso la spiritualità e l’esoterismo. Faremo un percorso attraverso le energie angeliche, l’astrologia, il karma, la numerologia, la parapsicologia, le superstizioni e ovviamente la magia e il potere di creazione che si nasconde dietro le parole

Scriveva Emily Dickinson che la Poesia è come l’esplosione di un tuono in cui tutto sparisce e deflagra. Se non proviamo Amore non conosceremo e tanto meno comprenderemo la Poesia, e viceversa. Quando però entrano nella nostra vita lo fanno all’unisono e da essi saremo consumanti, poiché nessuno sopravvive dopo aver visto Dio.

Con la musica accade una cosa molto simile, poiché le canzoni altro non sono che versi, più o meno in rima, sintonizzati con le vibrazioni prodotte dalle note.

Nel momento compositivo, che si tratti di musica, di poesia, di pittura o scultura, l’Artista compie un viaggio, oltrepassa una soglia meravigliosa, invisibile e forse anche indefinibile. Una porta magica come quella di Alì Babà che conduce verso l’aldilà del visibile, del noto, del conosciuto e del tangibile. Attraversando quella soglia si giunge nella caverna in cui giace il tesoro della Creazione, delle Energie, delle Vibrazioni, lì dove risiede il Tutto. Lì dove è possibile guardare negli occhi Dio. Qualcuno la chiama intuizione, talento, ispirazione. Qualunque nome si voglia dare a questa magia non cambia la sua essenza; proprio come Romeo con un altro nome sarebbe sempre l’amore di Giulietta e una Rosa con un diverso nome non perderebbe il suo profumo.

La comunione tra Universo e Arte è molto potente. L’arte è il canale per eccellenza attraverso cui l’Universo riesce a realizzare al meglio il contatto con la nostra matrice divina, perché l’arte per antonomasia è Creazione. Si potrebbe quasi affermare che l’Arte è il modo per osservare l’infinita bellezza e amore di cui l’Universo dispone.

E’ all’arte, infatti, che fin dai secoli più remoti viene affidato il compito di portare in Terra e quindi in Materia, l’immagine del Dio o della Dea; oppure, di guarire attraverso il suono della voce un determinato malanno, di tradurre in canti, lettere e note i suoni degli oceani, del vento, degli alberi.

Ma soprattutto, all’Arte è toccato da sempre il compito di tradurre per l’umana comprensione il moto dei sentimenti e delle emozioni, cioè portare fuori in immagini, parole, segni, danza, scultura quello che c’è dentro, quello che ad occhio nudo non si può guardare, il bozzolo divino presente in ognuno di noi: il nostro Sé Superiore.

Nel connetterci alla nostra più altra vibrazione, noi ci connettiamo al Tutto e iniziamo a cantare e suonare alla stessa intensità dell’Universo. Per dirla in maniera musicale ci accordiamo al coro meraviglioso e perpetuo presente nel visibile e nell’invisibile.

Inoltre, la musica su tutte le altre arti parte con un vantaggio perché L’Universo ha un suo suono proprio, il celebre OM che se recitato a dovere ha il potere di sintonizzare le nostre vibrazioni interne ed esterne portandoci la pace interiore, ovvero la connessione.

In questa rubrica viaggeremo attraverso l’Universo aiutati dalla magia della musica. Giocheremo con le vibrazioni delle canzoni, ma proveremo anche ad osservare cantanti e musicisti attraverso la spiritualità e l’esoterismo. Faremo un percorso attraverso le energie angeliche, l’astrologia, il karma, la numerologia, la parapsicologia, le superstizioni e ovviamente la magia e il potere di creazione che si nasconde dietro le parole.

Come suggerisce la cara Dickinson però, bisogna essere pronti a morire per vedere Dio, ovviamente si parla di una morte metaforica, una morte legata allo scetticismo, alla bieca ragione e all’amara convinzione che il mondo sia fatto solo di social network, smartphone, perversione e visibile. Insomma, ci vuole un atto di coraggio e forse anche un po’ di fede, ma se decidiamo di fare quel salto saremo le persone più ricche della terra, perché un giglio riceve ogni giorno l’acqua necessaria alla sua sopravvivenza e ogni giorno fa il giglio, senza fingere di essere qualcosa che non è.

Attraverso la musica andremo alla scoperta del divino che risiede in ognuno e proveremo ad avere attiva la connessione più bella e sana che esista, quella con il Tutto.

Si parte con “Across the Universe” scritta da John Lennon nel 1967.

John butta giù le prime righe del testo mentre la petulante Cinthya gli ripete qualcosa che lui non ha proprio voglia di ascoltare. Lascia i suoi appunti sul pianoforte. Li riguarda il mattino seguente e prova a metterli in note. Lennon è nel suo periodo mistico, ha scoperto il potere della meditazione trascendentale e sa perfettamente che quando si perde la bussola o si “cerca l’intuizione” il modo migliore per ritrovare la retta via è quello di recitare l’OM. Lo fa, ed ecco che il Sé comincia a comunicargli qualcosa e la sua penna tramuta in lettere quel messaggio: Jai Guru Deva Om (rendiamo grazie al Divino – OM) Il Mantra sanscrito diventerà parte dell’inciso di uno dei brani più popolari del disco Let It Be.

40 anni più tardi, anche lo storico dei Beatles, Martin Lewis ha un’intuizione. Si accorge che nello stesso anno si celebreranno 3 anniversari importanti, ovvero i 40 anni dalla registrazione di Across the Universe, i 45 dalle nascita della Deep Space Network e il 50esimo anniversario del lancio di Explorer 1 un satellite degli Usa.

Cosi, il 4 febbraio 2008 alle ore 19.00, mentre l’Era dei Pesci sta volgendo al termine e Mercurio, Sole, Nettuno e Chirone sono tutti congiunti in Aquario in sesta casa; casa “dell’ora blu” della trasformazione del mondo, del senso del dovere e del libero arbitrio che le antenne della Deep Space Network trasmettono Across The Universe puntando a 431 anni luce dalla Terra, verso il domicilio della Stella Polare destinataria di questa serenata. In quello stesso istante i fan dei Fab Four di tutto il globo si uniscono al coro e in gruppo o privatamente iniziano ad ascoltare Across The Universe. In quel momento tutto l’Universo era sintonizzato sui Beatles.

Per Yoko Ono quel giorno rappresenta l’inizio di una nuova epoca, in cui finalmente l’Umanità inizia a comunicare con miliardi di pianeti nell’Universo.

Il giorno del lancio, Urano è in Pesci, in settima Casa. Questo pianeta così domiciliato lavora sull’esigenza di estendere i rapporti personali oltre le strutture convenzionali. Per “coincidenza” nel tema natale di Yoko Ono, troviamo Urano nella stessa domiciliazione a dimostrazione del fatto che tutto l’universo lavora sempre su una semplice regola “Come è sopra così è sotto.”

Ornella Stagno